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Biutiful

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Biutiful

di champagne1
8 stelle

In una Barcellona estrema che di solito non viene frequentata dai turisti, Uxbal si guadagna da vivere ai margini della legalità, procacciando lavori e lavoretti ad immigrati irregolari. Poi torna a casa e si occupa dei suoi due figli che sta crescendo senza la madre, una ragazza con turbe psichiatriche, emotivamente instabile e che rifiuta di prendere i farmaci prescrittile.

Ma quando si accorge che urina sangue e che una malattia lo sta divorando, Uxbal ha bisogno di concentrarsi sul da farsi e su come progettare il futuro dei propri figli...

Trama con una struttura circolare, che si conclude lì dove è iniziata, completamente cucita addosso al suo protagonista (l'ottimo e convincente Javier Bardem), un personaggio pieno di contraddizioni e proprio per questo tanto più concreto e credibile.

Uxbal è quello che sfrutta la situazione di clandestinità degli immigrati asiatici per guadagnare su una forza lavoro a bassissimo costo, messa a dormire tra l'altro in scantinati freddi ed umidi, ammassati tutti insieme, ma poi sente che c'è bisogno di proteggerli e regala loro stufe a gas per riscaldarli durante la notte; inoltre possiede il dono di comunicare con i morti, dono che - come da tradizione -  dovrebbe concedere gratuitamente ai parenti sofferenti e però da essi si fa pagare per concedere le ultime rivelazioni sui loro defunti; che manda squadre di africani a vendere le cianfrusaglie sulle ramblas e poi si mette in mezzo quando la Polizia li manganella e li arresta.

 

Nel suo protagonista Inarritu, alla prima prova senza la consueta assistenza dello sceneggiatore Arriaga, proietta la sofferenza del vivere al cospetto costante della morte: sia quella degli altri, fiaccati da condizioni di vita miserrime, sia la propria, personificata dalla macerazione del corpo, ma anche dell'anima lì dove ogni progetto di redenzione tende a fallire (la ripresa del rapporto con la moglie, l'episodio delle stufe).

Solo nella giovane mamma africana Uxbal alla fine trova conforto, come nell'affidarsi ad una saggezza antica capace di andare oltre anche la nostra capacitànecessità di dissoluzione.

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