Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Napoli 1911. Quando lo zio decide di andarlo a trovare in città, dove sa che si è laureato in medicina e dirige un manicomio, Ciccillo - giovane dissoluto che da sempre si è approfittato della buona fede del parente - deve assolutamente escogitare un mezzo per rendere credibile la sua storia. Grazie alla complicità dell'amico Michele, decide di mostrare come sua clinica niente altro che la Pensione Stella, dove lui e Michele vivono a sbafo, presentando gli eccentrici clienti della pensione, del tutto sani, come fossero i pazzi ricoverati nella clinica stessa. Inutile dire che al malcapitato zio inizieranno a capitare tutta una serie di disavventure basate sull'equivoco di fondo...
Nel terzo capitolo della trilogia di Eduardo Scarpetta, portata sullo schermo da Totò sotto la regia di Mario Mattioli, si ripropone il personaggio di don Felice Sciosciammocca, maschera partenopea in cui ingenuità e fierezza, superstizione e buon senso popolare si mescolano amabilmente.
Ma la verve dell'opera è tutta nel gioco di equivoci che farebbero pensare ad un Feydeau campano, meno raffinato ma altrettanto vivace, coi suoi giochi di parole e di situazioni che attraggono lo spettatore e lo fanno ridere di cuore ad un secolo di distanza.
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