Regia di Nicolas Boukhrief vedi scheda film
Due poliziotti francesi, un uomo ed una donna sulla trentina, durante un giro di ispezione presso l’appartamento di un palazzo residenziale in seguito alle proteste dei vicini per i rumori molesti che fuoriescono dalla casa, vengono coinvolti in una sparatoria che si innesca quando un ragazzo, in preda all’ebbrezza da assunzione di droghe, apre il fuoco ed uccide a bruciapelo un terzo poliziotto. I due rispondono alla minaccia ferendolo e arrestandolo. Ancora sotto choc in seguito al sanguinoso episodio, i due protagonisti vengono dopo poco convocati nell’ufficio del loro capo ed informati che il giovane ferito e’ il figlio di un potente deputato: verra’ di conseguenza imposto loro di modificare i verbali inerenti l’accaduto, di tacere ogni particolare sull’episodio, fino al momento in cui l’avvocato della parte incriminata riesce incredibilmente a ribaltare la versione ufficiale, gia’ edulcorata dalle pressanti interferenze imposte dall’alto, accusando i due poliziotti di aver aperto il fuoco per primi e senza un motivo fondato.
Il film - l’ultimo fino ad oggi risalente all’autore, celebre oltralpe ma quasi completamente sconosciuto da noi – e’ un teso noir degno erede della tradizione polar anni ’70 molto nelle corde del talentuoso regista Boukhrief; l’opera e’ tutta incentrata sul tentativo dei due poliziotti di venire a capo dell’ingarbugliata matassa in cui si sono casualmente invischiati, rischiando di venir accusati di un crimine del quale sono in realta’ la parte lesa; il loro percorso, accidentato di ostacoli e pericoli in agguato alla strenua ricerca della verita’, dovra’ districarsi tra spacciatori, trafficanti spietati e le maglie sottili e insanguinate di una corruzione dilagante in una nazione insospettabile e formalmente cosi’ perbene e civilizzata come la Francia. Altro che guardiani dell'ordine!! L'ordine e' imposto solo agli umili, ai deboli, a chi non puo' comprarsi l'immunita'.
L’opera e’ Interpretata da due attori di notevole spessore e credibilita’: la belga Cecile France ormai notissima, qui in una insolita versione mora che accentua la spigolosita’ del suo bel viso, e che in questo drammatico ruolo rifugge almeno in parte a quella naturale femminilita’ che la contraddistingue, e che l’attrice tende spesso (forse) involontariamente a cammuffare con la sua camminata maschia e ciondolante, ma anche sexy e determinata; e Fred Testot, bel volto per me nuovo, ma molto convincente, che esprime alla perfezione e con innata naturalezza lo sgomento e l’incredulita’ di trovarsi a fronteggiare un ostacolo veramente insuperabile, che rende i due colleghi due vittime di una vergognosa ingiustizia, braccate da un sistema che intende fagocitarli nei gorghi della corruzione.
Sceneggiato nel rispetto di una buona tensione crescente che tiene desto lo spettatore nell’odissea senza fine in cui si trovano catapultati due normali individui, onesti tasselli di un sistema che detta regole inflessibili rivolte solo sulla carta alla collettivita’ indistinta, il thriller del bravo Boukhrief presenta pure efficaci ma mai gratuite o insistite scene pulp, in cui la verve registica dell’autore puo’ esplicitarsi e farsi apprezzare dai molti appassionati del genere.
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