Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Con Medea, Pasolini riesce davvero ad afferrare e rendere palese (del resto lo aveva già fatto con "Edipo re") il senso di fatalità e orrore del mito greco.
Ultima pellicola - cronologicamente parlando - della sua stagione filmica cosiddetta "d'élite" attinge ancora dalla tragedia classica di Euripide per concentrarsi su un tema a lui molto caro: il confronto-scontro fra due mondi, quello arcaico e religioso rappresentato da Medea e quello moderno e laico a cui appartiene invece Giasone, e regalarci così un'opera fra le più riuscite ed estreme della sua carriera grazie anche alla presenza magnetica della Callas che si cala anima e corpo nel suo personaggio (una figura che aveva già reso celeberrima nel teatro d'opera con la Medea di Cherubini).
Due mondi a confronto dunque che rappresentano anche due estremi contrapposti dalla cui sintesi non può che nascere un conflitto (che poi è quello denunciato e descritto anche dal Pasolini saggista e "corsaro").
Mitico e allo stesso tempo realistico (forse anche un po' troppo didascalico) è un film intriso di una affascinante, leggendaria dimensione temporale perfettamente suggerita dalle suggestive ambientazioni "scenografiche" (la Cappadocia, Grado, Pisa e Aleppo in Siria che chissà come sara ridotta adesso dopo tutti questi anni di guerriglia e di distruzioni).
Pasolini definì a suo tempo la tragedia di Euripide, "come una mescolanza un po' mostruosa di un racconto filosofico e di un intrigo d'amore".
Dopo essere stato educato dal centauro Chirone, il giovane Giasone parte con gli Argonauti alla ricerca del Vello d'oro, strumento indispensabile per riscattare il trono, che è custodito da una popolazione barbara della Colchide dedita ancora ai sacrifici umani. La loro regina, Medea, si innamora di Giasone, ruba il vello e fugge con lui.
Tornato in patria, Giasone sposa Medea e da lei ha tre figli, ma poi, divorato dall'ambizione, abbandona la famiglia per prendere in moglie Glauce, giovane figlia di Creonte re di Corinto.
Medea, accecata dalla gelosia, si ritrova così straniera in un mondo nuovo e a lei totalmente estraneo, che teme e disprezza la sua cultura primitiva. Per difendersi ricorre allora alle sue arti magiche: dona a Glauce vesti stregate che la inducono al suicidio subito imitata dal padre. Ma non finisce qui la sua terribile vendetta (come andranno le cose non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno, ma non si sa mai..... e allora preferisco fermarmi qui per evitare spoiler: posso solo ricordare che trattandosi di una "tragedia" non potranno certamente concludersi a tarallucci e vino).
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