Regia di Esteban Sapir vedi scheda film
Nella Città Senza Nome, non si parla. Mr. TV controlla i cittadini attraverso la sua televisione, rubando loro la voce e nutrendoli di immagini e di prodotti esclusivamente legati al mezzo televisivo. Solo una persona, chiamata "La Voce", ha il potere della parola e chi ha il potere della parola, se sfugge al controllo, può rendere liberi. L'argentino Sapir costruisce una straordinaria favola metaforica, debitrice dei capolavori impressionisti del cinema tedesco, ma non solo, in un film muto, dove questa città è perennemente immersa nella neve, risaltata da un bianco e nero molto efficace. La profondità della trama, e delle sue molteplici chiavi di lettura, è stemperata da una costruzione filmica molto godibile, per nulla gravosa, ricca di invenzioni che non sono mai preponderanti o stucchevoli, come nell'ultimo Wes Anderson, per esempio. E' un Cinema antico e molto moderno nello stesso tempo, una rivisitazione di un espressionismo che non ha la furbizia e l'ammiccamento di un prodotto come "The Artist", ma si muove in territori decisamente più alti. E' poi molto divertente il gioco sottile delle citazioni cinefile, sparse qui e là nello svolgersi della trama: io ho trovato, oltre agli ovvi rimandi a Fritz Lang, sottolineature alla "Brazil", Chaplin, addirittura di "Miracolo a Milano" di De Sica, Tim Burton e via andare. Questo film è davvero un gioiello e una piccola opera d'arte. Meraviglioso!
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