Regia di Esteban Sapir vedi scheda film
Un crudele Mr Tv in un mondo misterioso al di fuori dal tempo e dallo spazio ha instaurato una dittatura fondata sull'assenza della voce e sull'instillazione di messaggi subliminali partoriti dall'unica voce e che dovrebbero creare un unica coscienza collettiva .
Dall'alto della sua industria massmediatica ha rubato a tutti la voce ma non ha fatto lo stesso con le parole.
E sta a una cantante senza volto, a suo figlio che è senza occhi ma che la voce ce l'ha ( ma non può farla sentire) e a un paio di ex dipendenti della stazione televisiva di Mr Tv, il tentativo di fomentare una rivolta a questa particolarissima dittatura.
Vi ricorda qualcosa? e se dicessi che il leader maximo di questo regime pseudotecnocratico ha la testa incatramata come qualcuno ben noto alle nostre latitudini?
L'accostamento a quello che succede da noi viene spontaneo.
Tralasciando le note folkloristiche La Antena è un piccolo gioiello di perfida fantascienza distopica.
Apologo contro tutte le dittature in forma di racconto allegorico è un omaggio appassionato al cinema che fu, quello dei pionieri, che sceglie il bianco e nero e l'assenza di dialoghi( tecnicamente è un film muto con il sonoro che tuttavia svolge un ruolo fondamentale) per descrivere una vicenda fantapolitica che ha parecchi, troppi punti in comune con la realtà che stiamo vivendo.
E sceglie una forma desueta ed anacronistica senza però percorrere le scorciatoie emozionali che hanno fatto di The Artist il caso cinematografico di questo 2012.
La Antena è un film in cui il messaggio probabilmente è fin troppo esibito, ma stavolta la raffinatezza della forma permette di rendere meno didascalico il tutto.
C'è da rimanere ammirati dal lavoro fatto dal regista Esteban Sapir sul design del film che partendo dal cinema degli albori (Melies, il Bunuel surrealista coadiuvato dalla pittura di Dalì) e richiamandosi scenograficamente al Metropolis di Lang oltre che all'espressionismo tedesco, arriva a citare il Lynch di Eraserhead e anche il Frank Miller di Sin City.
I personaggi sono senza voce ma hanno le parole, leggono il labiale e tutti i dialoghi sono racchiusi in bellissimi fumetti che contribuiscono a rendere ancora più allucinata l'atmosfera del film.
Un incubo metafisico che sarebbe sicuramente piaciuto a Orwell.
(bradipofilms.blogspot.com)
grande il lavoro sul design
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