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Megamind

Regia di Tom McGrath vedi scheda film

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La recensione su Megamind

di Immorale
8 stelle

L’eroe e l’antieroe, figure /categorie ben definite e decodificate fin dall’antichità, presenti nei poemi e nelle leggende, onnipresenti nei fumetti della Marvel e nelle loro trasposizioni cinematografiche; perché ogni eroe deve avere un arcinemico, molte volte specchio di se stesso e dei suoi istinti assenti o repressi. La percezione di tali figure, in ambito cartonesco,  si modifica invecchiando: da bambini si è nettamente dalla parte del campione puro e senza macchia (i bambini non sono ancora pronti alle sfumature concettuali) ma, da adulti, il proprio giudizio cambia radicalmente, penso non esista persona over 30 che non vorrebbe vedere l’odioso Beep Beep finire tra le fauci del povero coyote o che l’antipatico e saccente canarino giallo non finisca spennato tra le grinfie del maldestro gatto…

Il cattivo, nell’ultimo periodo, è stato protagonista di varie pellicole rivalutanti, tutte comunque tarate a misura dei fruitori di tali prodotti e pertanto giustamente edulcorate per mantenere una rassicurante moralità di fondo; uno dei prodotti migliori di questo trend è, a mio avviso, questo film della Dreamworks. Le trovate registiche sono efficaci e divertenti nel tratteggiare la figura di questo cattivone intelligentissimo dalla enorme cervice e costantemente in lotta con il suo arcinemico, il paladino della giustizia Metroman. L’incipit, mostrante l’arrivo dei due alieni sulla terra, è forse uno dei più divertenti mai visti e lo sviluppo, parimenti divertente, è folgorante nella sua scelta di mostrarci la non banale considerazione sulla dualità eroe/antieroe (o Yin e Yang che dir si voglia). Non si contano, poi, le battute argute e divertenti, una su tutte: Megamind, dopo aver preso il controllo di Metrocity, sta parlando davanti agli spaventati abitanti quando Roxanne gli chiede: “credo che a tutti piacerebbe sapere che progetti hai per noi e per questa città”. E lui, con enfasi:”immaginate le cose più terribili, cattive e spaventose che possiate pensare…e moltiplicatele per…per sei !!!”. E poi la musica, composta tra l’altro da classici del Rock, è azzeccatissima e mi ha permesso di far scoprire a mia figlia un altro pezzo degli Ac/Dc (a parte Back in Black) e cioè la trascinante “Highway to Hell”. Mi pare giusto, pertanto, concludere questa mia recensione con gli immortali versi composti dai fratelli Young e dal compianto Bon Scott:

Living easy
living free
season ticket on a one way ride
askin' nothing
leave me be
taking everything in my stride
don't need reason
don't need rhyme
there ain't nothin' that I'd rather do
going down
party time
my friends are gonna be there too
I'm on the highway to hell
highway to hell
I'm on the highway to hell
I'm on the highway to hell

no stop sign
speed limit
nobody gonna slow us down
like a wheel
gonna spin it
nobody gonna mess me around
hey satan
payin' my dues
playing in a rocking band
hey mumma
just look at me
I'm on the way to the promised land
I'm on the highway to hell
highway to hell
on the highway to hell
I'm on the highway to hell
don't stop me

I'm on the highway to hell
I'm on the highway to hell
I'm on the highway to hell
on the highway to hell
highway to hell
I'm on the highway to hell
I'm on the highway to hell
I'm on the highway to hell
and I'm goin' down
all the way, way down
I'm on the highway to hell

 

Sulla trama

Scoppiettante.

Su Tom McGrath

Sicura.

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