Regia di Corso Salani vedi scheda film
Non ho mai amato il cinema del compianto Corso Salani. L'ho sempre trovato piuttosto autoreferenziale e un po' ossessivo nell'incollare la mdp addosso alla ragazza di turno (una per ogni nazione visitata, in pratica). Tuttavia, mi affascina l'opera nel suo complesso: quasi una enciclopedia dell'Europa più marginale, formata da diari di viaggio al confine fra documento di realtà quasi aliene ed umile poesia. E forse il primo passo verso una sua rivalutazione da parte mia potrebbe essere questo Chisinau, opera che ho apprezzato, tanto per la capacità di evocare uno scenario quasi surreale per mezzo di carrelli su staccionate verdi e baracche azzurre o con inquadrature ravvicinate di prodotti alimentari kitsch, quanto per la testimonianza di una realtà geo-politica paradossale: la Moldova visitata da Corso e Raduca è una repubblica ancora subalterna allo strapotere russo, eppure include al suo interno uno stato indipendente fantasma (la Transnistria), del tutto isolato dal resto del mondo. Si ha una come la sensazione che i confini geografici non abbiano più senso, perchè ce ne sono troppi, dappertutto, e che ciascuno di questi confini delimiti dei "non-luoghi", più che degli Stati. Com'è lontana l'Europa di Salani rispetto a quella degli atlanti!
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