Regia di Anthony Mann vedi scheda film
I temi e i personaggi sono interessanti: una donna senza scrupoli che se la fa con troppi uomini ma non ne ama nessuno, il marito che ha capito (tardivamente) com'è lei e affoga l'amarezza nel whisky, e un uomo reduce da una delusione amorosa e ora perdutamente innamorato di lei... C'è il triangolo sentimentale e la donna della rovina come in molti noir, eppure qualcosa nel film non funziona. Forse è la regia di Mann, il quale eccezionalmente appare poco convinto e forse un po' pigro. Ne esce fuori un film che si guarda volentierei ma mai veramente appassionante e diretto con uno stile un po' scolastico. Quanto agli attori, la presenza scenica di Stroheim è come sempre notevole. L'attore riesce a rendere bene il personaggio dell'uomo schiavo del fascino di una donna falsa e profondamente egoista, che si approfitta di lui. Anche lei, la poco nota Mary Beth Hughes, funziona bene in quella parte, anche per la sua bellezza non comune. Dan Duryea, invece, è un po' fuori dal suo ambito: l'ho visto ottimo come perfido ricattatore in "La donna del ritratto", o altrove come mascalzone e criminale ("Winchester '73" e "Doppio gioco"). Come marito ubriacone e disilluso, invece, è un po' incerto e poco incisivo.
Fatti presenti i difetti, è comunque un film che ha qualcosa da dire e che intriga un po', specie quanto al mai esaurito tema degli amori sbagliati e distruttivi. PS: il personaggio di Stroheim non è un lanciatore di coltelli come dice la scheda, ma un tiratore di precisione (con la pistola).
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