Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Film insignificante, che spreca una buona idea iniziale e si perde strada facendo.
Peter Highman (R. Downey Jr.) sta per diventare padre, e deve raggiungere la moglie che si trova dall'altra parte dell'America.
È costretto ad accettare un passaggio in macchina dal bizzarro Ethan Tremblay (Z. Galifianakis) e il viaggio si dimostrerà piuttosto movimentato e pieno di sorprese. Il tema del viaggio inteso come crescita personale dell'individuo (ma non solo, i significati possono essere molteplici) si presta perfettamente ad essere utilizzato al cinema.
La metafora del viaggio ha caratterizzato diversi capolavori del cinema presente e passato: basti pensare a "Furore" di John Ford, "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman, "Il sorpasso" di Dino Risi, e la lista potrebbe continuare.
Il tema del viaggio caratterizza anche questo road-movie di Todd Philips: due uomini completamente diversi, uno serio e sofisticato, l'altro folle e imbranato costretti ad attraversare insieme mezza America in macchina.
La premessa era molto promettente, nonostante la formula non fosse affatto nuova, e i risultati potevano essere ottimi, vista anche la bravura degli attori e considerando la fama del regista.
Ma così non è stato.
A non convincere è prima di tutto la sceneggiatura, che banalizza la premessa iniziale e non sfrutta tutte le potenziali occasioni che la storia poteva offrire; infatti non si capisce dove il regista voglia andare a parare e che giovamento abbiano tratto alla fine i protagonisti dal loro avventuroso viaggio.
E l'umorismo greve e fine a se stesso che accompagna tutto il film non migliora la situazione: se alcune trovate strappano il sorriso (le ceneri del padre nella scatoletta del caffè, il caffè fatto con le suddette ceneri), le altre sono dozzinali e di pessimo gusto (come la rissa con il reduce sulla sedie a rotelle, tanto per dirne una).
Il film finisce per risultare sfilacciato, scontato e dal fiato corto: si ha l'impressione di aver perso il proprio tempo. E bisogna purtroppo prendere atto che non siamo molto lontani dalla media dei nostri pessimi cinepattoni.
Ciò è sintomo della quasi totale mancanza di idee che caratterizza il cinema comico contemporaneo, che ha perso ormai la capacità di saper parlare al pubblico, nonché l'arguzia e la forza corrosiva che lo caratterizzava in passato (propria ad esempio della Commedia all'italiana dei tempi d'oro).
Ovviamente nel panorama odierno abbiamo comunque delle considerevoli eccezioni: basti pensare ad esempio a "Tre uomini e una gamba", anch'esso un road-movie che rappresenta il capolavoro del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ma è chiaro che ci sono anche diversi altri titoli che hanno battuto nuove strade, dando linfa vitale ad un genere che si era ormai del tutto impoverito.
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