Regia di James Ivory vedi scheda film
Appena cent'anni fa. In Inghilterra l'omosessualità era reato e poteva stroncare la carriera - politica e lavorativa - di chiunque. La repressione di questo orientamento sessuale non si esplicava soltanto all'interno dei college più esclusivi, cui venivano indirizzati i rampolli delle migliori famiglie inglesi (come i protagonisti di questo film), ma nell'intera società e persino all'interno delle famiglie. Addirittura un medico (un medico!) amico di famiglia del nostro Maurice Hall - alter ego dello scrittore E. M. Forster - si rifiuta anche di parlare del "problema". E problema era proprio in grazia di quella pervicace repressione che rendeva l'omosessuale nevrotico, cinico, cattivo e che, in definitiva, contribuiva a creare una società peggiore.
Ivory realizza qui, secondo me, uno dei suoi film migliori, che non si limita alla perfezionistica ricostruzione di ambienti e strutture sociali, ma un'opera che è fatta di lacrime e sangue e sa rendere le tribolazioni, le paure e perfino gli infingimenti cui erano costretti tanti uomini (ma, immagino, anche tante donne) da una società ipocrita e stolidamente crudele.
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