Regia di Romain Goupil vedi scheda film
Il film si apre nel 2067, ma in Francia la fantascienza è ora: come in un romanzo distopico, il governo Sarkozy ha previsto l’espulsione immediata dei sans papiers, gli immigrati irregolari, bimbi compresi. Romain Goupil, che mastica cinema e militanza politica da quand’era adolescente (è stato assistente di Godard), si ispira a fatti di cronaca per raccontare la storia di Milana, 10enne cecena a rischio rimpatrio, mettendo la macchina da presa ad altezza di bambino e tagliando fuori gli adulti. In tutti i sensi: i ragazzini sono un mondo a sé, una banda dotata di codici e linguaggi segreti, di nascondigli e perfino di una suoneria “a ultrasuoni” che nessuno sopra gli 11 anni può sentire. L’unica adulta che li comprende davvero è la pasionaria Cendrine (una memorabile Valeria Bruni Tedeschi), che non esita un secondo a prendere con sé, come una terza figlia, Milana, per nasconderla dalla polizia ed evitarle l’espulsione. Il dramma degli immigrati come eccitante avventura da ragazzini: l’idea è straniante, la realizzazione straordinaria. Goupil schiva il rischio altissimo di mettere in bocca ai piccoli verità che suonerebbero artificiose e li lascia completamente liberi, ottenendo una freschezza stupefacente. Un’opera di denuncia che si presenta nella forma di struggente racconto di formazione: alla fine, i bambini alzano le mani nella resa, ma abbiamo perso tutti.
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