Regia di Ryan Murphy vedi scheda film
Mi unisco al coro dei perplessi: l'aggettivo che più facilmente si associa a un'opera del genere è "superficiale". Tratto da un bestseller autobiografico di Elizabeth Gilbert, è un film che cerca di trattare temi difficili quali la ricerca della spiritualità e dell'equilibrio esistenziale ma si perde nei più vieti luoghi comuni, soprattutto nella parte italiana, davvero banale e debitrice di stereotipi abusati. Anche visivamente c'è poco di originale e spesso sembra di trovarsi di fronte alle immagini di uno spot di qualche agenzia turistica; nelle parti ambientate in India e in Indonesia c'è uno sforzo maggiore di caratterizzare il personaggio da parte del regista e degli sceneggiatori, ma i risultati sono solo parzialmente convincenti, anche perchè la stessa Julia Roberts non sembra molto convinta dell'operazione (basta guardarla nella scena, verso l'inizio, in cui si mette a piangere e pregare Dio di avere l'illuminazione, e ci si rende conto della mancanza di ispirazione da parte dell'attrice). Nessuno si distingue neppure fra gli altri membri del cast, e un grande attore come Javier Bardem risulta sprecato in maniera quasi imbarazzante. Sulla ricerca della spiritualità, meglio vedersi film come Europa 51 di Rossellini, che risulta sicuramente più attuale nonostante i tanti anni trascorsi.
voto 5/10
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