Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Anche i kolossal hanno un'anima.
Probabilmente è questa la differenza tra un monster movie qualsiasi e questo maestoso film del sempre più bravo Bong Joon-Ho.Coadiuvato da effetti speciali che hanno poco da invidiare al cinema di ponente al di là dell'Oceano,Gwoemul(titolo internazionale The Host) è un film ad alto budget che però non si fa irrimediabilemnte schiacciare dall'ingombro del comparto digitale.Anzi mostra il meglio di sè proprio quando il mostro (una specie di Alien/Predator acquatico di design gigeriano,mostrato in ogni piccolo particolare e dotato di una fluidità di movimenti che fa rimanere a bocca aperta) è relegato in un angolino.O meglio le sequenze in cui il mostro semina morte e distruzione e tutte quelle in cui appare sono decisamente coinvolgenti per il modo in cui sono montate e girate,quasi ponendo lo spettatore al centro dell'azione.Quelle in cui la famiglia protagonista assume maggiore importanza riescono ad esaltare quel contrasto tra lirismo e fisicità che è tipica di molto cinema coreano.Almeno di quello che ho conosciuto.Il film di Bong Joon Ho che ha mietuto successi ovunque(mentre da noi risulta conosciuto solo da una ristretta schiera di aficionados,fortunatamente sempre meno ristretta) è un inno all'unità di intenti che dovrebbe essere la stella polare di ogni famiglia.Ed è forte di una decisa connotazione dei personaggi che è rara da trovare in pellicole come questa che vengono immesse nel calderone dell'horror(sbagliando perchè questo Gwoemul è molto di più):c'è il patriarca che ha deciso di guadagnarsi la vita per sè e per i suoi figli con un chioschetto in riva al fiume,c'è il primo figlio che ha già una figlia abbastanza grande ma è totalmente inaffidabile e immaturo,il secondo figlio laureato ma frustrato dalla disoccupazione che ha aspirazioni rivoluzionarie e le terza che è atleta a livello nazionale di tiro con l'arco.Le varie figure di questa famiglia saranno divise dagli avvenimenti ma si ritroveranno per cercare di salvare la più piccola portata via dal mostro.Il film è un sapiente alternarsi di vari toni narrativi,dall'horror all'action,dalla commedia al melodramma con un finale che è un ultimo splendido colpo di coda per come è spiazzante.Tutti i vari personaggi non sono le solite figurine monodimensionali ma sembrano fatti di carne ed emozioni mentre è piuttosto evidente anche un certo sottotesto politico:dalla lotta contro l'autorità essa stessa un mostro acefalo refrattario a qualsiasi ragionevolezza,a una contrarietà per un certo tipo di scienza,a un grido di dolore e indignazione per come stiamo inquinando il nostro bel pianeta,fino a una critica neanche tanto velata all'onnipresenza militare e logistica americana in terra di Corea.Presenza ingombrante che schiaccia sotto di sè le istituzioni coreane e la classe dirigente(qui assente ingiustificata) eletta dal popolo coreano.
Quindi non solo mostri ma conflitti politici e lacerazioni intergenerazionali in questa disfunzionale famiglia coreana che trova la forza al proprio interno per una reazione.La vittoria è lì quasi a portata di mano.Quasi....
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