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Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

di FilmTv Rivista
4 stelle

Alfie ha abbandonato la moglie Helena perché si è lasciata andare alla vecchiaia, e lui – uno smagliante Anthony Hopkins - non è ancora pronto. Lei è una brillante Gemma Jones. Vite che vacillano, che flirtano tra loro e con il passato e futuro di un autore che in cinquant’anni di carriera al suo stile, profondo e leggero, non ha rinunciato un istante. Il solito Allen, secondo larga parte della critica, i soliti temi, come se ogni volta (circa una all’anno negli ultimi trenta) dovesse spiazzarti come ha fatto con Match Point. Non ci trovano d’accordo le pesanti stroncature, quello di Woody Allen è un discorso unitario, torna e ritorna a Londra e su certa solitudine, e l’età lo rende più pungente e cinico, specie con i suoi coetanei. Alfie a Helena preferisce la stupidissima escort Charmaine, Helena tenta di porre rimedio alla propria disperazione affidandosi alle “cure” di una sedicente maga. L’amore, la vecchiaia, la morte, anche se hai trent’anni. Perché la felicità non è un diritto, è una magnifica illusione anche per la figlia Sally (Naomi Watts) e il genero Roy (Josh Brolin), anch’essi alla ricerca di quell’uomo (o quella donna) alto e bruno che se si incontra non risolve i problemi però ti fa sognare. Questa è «una favoletta di rumore e furore che non significa nulla», ci dice il sofisticato newyorchese appellandosi a Shakespeare e riallacciandosi all’ispirato finale di Ombre e nebbia. Vent’anni fa ne era convinto, «l’uomo ha bisogno di illusioni come l’aria che respira», oggi la reputa un’evidenza. Ognuno cerca di tirare avanti come può, ciondola spaesato in questo mondo, lo ribadisce con tocco inconfondibile. Quella donna sempre vestita di rosso che guardi dalla tua finestra, quel libro che non hai ancora scritto, quel figlio che non hai ancora avuto. Solo chi è in grado di farsi cieco, solo i folli e gli sciocchi possono godersi appieno la vita. Sarà anche sempre lo stesso discorso, Allen parla di ciò che conosce

e che non riesce ad afferrare. Con sincerità e un barlume di genio. Trovatene un altro.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 49 del 2010

Autore: Cristina Borsatti

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