Regia di Andrej Tarkovskij, Aleksandr Gordon vedi scheda film
In un cantiere stradale vengono trovate 30 tonnellate di bombe inesplose della seconda guerra mondiale. Si mobilitano gli artificieri e viene evacuata la città: lentamente e con la massima cautela il materiale bellico viene estratto e fatto brillare al sicuro.
Tre quarti d’ora di durata circa per la seconda regia firmata Andrej Tarkovskij, giovane studente di cinematografia anche in questa occasione – come per il precedente Gli uccisori (1956) – affiancato dietro la macchina da presa e in fase di sceneggiatura da Aleksandr Gordon; sul copione c’è inoltre una terza firma, quella di Irina Makhovaya. Per completezza dell’informazione, per Gli uccisori è accreditata come regista anche Marika Bejku. Rispetto all’opera prima il budget è decisamente migliore e, soprattutto, c’è la possibilità di usare (validi) interpreti professionisti anziché semplici compagni di corso dei registi; la trama è molto semplice e lineare e i toni sono veristi all’ennesima potenza, ma la confezione è indubbiamente professionale tanto che non sembrerebbe uno sgarbo a Gli uccisori considerare Non ci sarà licenza oggi il primo “vero” film di Tarkovskij. Colpisce qui in particolare la capacità di mantenere viva la tensione, caratteristica fondamentale per una storia siffatta. Il rullo compressore e il violino, il successivo mediometraggio del regista e la sua prima firma in solitaria, arriverà solamente nel 1961. 6/10.
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