Regia di Andrej Tarkovskij, Aleksandr Gordon vedi scheda film
Il filo sottile che separa la vita e la morte attraversa il delicato lavoro degli artificieri che rimuovono un residuato bellico e dei chirurghi che operano un ferito grave. Avere tra le mani una bomba inesplosa oppure un corpo martoriato è una condizione che colloca l’uomo sul limitare delle verità ultime, in quel limbo che lo sospende temporaneamente dalla tranquilla banalità del vivere, elevandolo pericolosamente al di sopra delle mondane frivolezze. Vertigine è la sensazione che ci coglie quando il margine è troppo stretto per essere messo a fuoco, come un dettaglio intravisto sul terreno da un’altezza stratosferica. La precisione diventa allora un cimento funambolico, che mozza il fiato ed impone di reprimere il tremore. Occorrono la calma, il silenzio e il vuoto, per scortare il destino e riportarlo sulla strada nota quando, per una burla cinica, decide di deviare all’improvviso, andandosi a piazzare sul ciglio del burrone. Non ci sarà licenza oggi ci racconta, tramite la cronaca di una rischiosissima operazione di sminamento, di quei momenti eccezionali in cui il nostro esserci si trasforma, da scontato prerequisito di fondo, in una percezione netta e pulsante, che rivela prepotentemente la sua labilità, come un fischio acuto destinato a spegnersi. Mai, come in quegli istanti, sentiamo di non essere affatto padroni della nostra sorte che, invece, resta lì in paziente attesa, pronta ad obbedire al primo cenno dell’incontrastabile potere dell’Errore.
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