Regia di Nina di Majo vedi scheda film
Fabio Volo, spontaneamente sfacciato, è un perfetto rappresentante di vini che si è fatto da solo e, in stile berlusconiano, risulta arrogante anche quando si propone come simpatica canaglia. L’attore stenta però nel lasciar trasparire turbamenti sentimentali mentre il resto del cast fa quel che ci si aspetta, con la Littizzetto macchiettistica, la Buy che racconta nevrosi in voce over e la Berenson sfigurata dal lifting. , banale fin dal titolo, racconta della colta Nanà, che deve organizzare le nozze della sorella e pertanto si trova a confronto con il fidanzato rampante. Si procede con affanno verso rivelazioni ampiamente prevedibili, il cui solo pregio è schivare il familismo a oltranza, per esempio, dell’ultimo Muccino. Ma non c’è vera cattiveria: tutti buoni o rei confessi, tranne gli intellettuali snob, come in un Gusto degli altri di serie B alla fiorentina. Le ambizioni della Di Majo, con il gatto che si chiama Marcel come Proust, si spengono in un florilegio di gag sciattissime, dove la battuta scult è «resettiamo», riferito al countdown dei giorni trascorsi senza fare sesso. Girato nel 2008, la produzione l’ha congelato fino a oggi. Forse dovevano sbrinare il freezer.
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