Regia di Nina di Majo vedi scheda film
Le modeste peripezie esistenziali e sentimentali della quarantenne (e qualcosa) Nanà, benestante rampolla fiorentina, tra inconfessabili (e risibili) segreti familiari, storie di corna, l'arroganza radical chic dell'elite intellettuale di cui fa parte e l'attrazione per il futuro cognato, un buzzurro arricchito, ma pericolosamente simpatico come solo gli italici buzzurri sanno essere. Uno dei peggiori film che abbia mai visto, per il quale voglio spendere davvero poche parole: una pellicola ascrivibile (con qualche forzatura) al pernicioso filone delle nuove (pessime) commedie all'italiana, impegnate a raccontare il paese "irreale", un'Italia ricca, grassa, opulenta, popolata da persone prive di qualsiasi problema vero e accanitamente impegnate all'ostentata contemplazione del proprio ombelico. Rispetto a film (orribili ma di grande successo) come "Immaturi" e simili, che sfruttano l'immedesimazione generazionale di un pubblico dall'imprinting televisivo, la pellicola di Nina De Majo, fedele al suo titolo, si pone già come un disastro annunciato, non potendo contare su nessun target di riferimento: a chi diavolo può interessare l'insipida satira del mondo degli intellettuali radical chic messa in scena dalla regista napoletana? Chi può immedesimarsi in una protagonista totalmente priva di qualsiasi aggancio alla realtà? Chi può divertirsi alla visione di un film nel quale non succede un beneamato piffero per 100 interminabili minuti e questo beneamato piffero è interpretato da personaggi che fanno a gara (superandosi a vicenda) per stabilire un record di antipatia? Rispondo io: a nessuno... ed evidentemente deve essersene accorto qualcuno anche ai "piani alti", visto che l'uscita della pellicola è stata posticipata per due lunghissimi anni. Basta così: su questa roba ci ho sprecato fin troppo tempo... voto pessimo.
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