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Sauna

Regia di Antti-Jussi Annila vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sauna

di ohdaesoo
8 stelle

SPOILER PESANTI
PREFERIREI CHE LA RECE VENGA LETTA DOPO LA VISIONE PER NON ESSERE CONDIZIONATI DALLA MIA LETTURA

Definire Horror un'opera del genere non solo è riduttivo ma profondamente sbagliato.
Perchè questo misconosciuto film finlandese è una delle opere psicologicamente più pregne, intense e impegnative che mi sia capitato di vedere questi ultimi anni.
Un horror esistenziale potremmo definirlo.
Senz'altro una delle metafore più originali, complesse e interessanti di uno dei sentimenti più devastanti e imperscrutabili dell'animo umano, quello del senso di colpa.
Che poi non solo ho trovato straordinario il modo usato per rappresentarlo ma Sauna era già di per sè un film originale. Ambientato infatti negli ultimi anni del 1500 Sauna narra l'incontro, alla fine di una guerra durata 25 anni, tra due contingenti, uno svedese-finlandese (composto solo da due fratelli), l'altro da 3 soldati russi, per ridefinire i confini tra i due stati.
I 5 uomini arrivano in un villaggio al centro di un'immensa palude.
Non ne usciranno mai più.

Tutto è simbolo, ogni gesto, ogni immagine, ogni dialogo, tutto sottotraccia è più di quello che sembra.
Questo villaggio che forse è un inferno in cui Erik deve finalmente affrontare le sue 73 vittime. Questo inferno con quella sauna isolata, quella sauna dove ripulirsi da tutti i propri peccati. L'acqua è elemento imprescindibile, così come il fuoco.
E non è solo acqua purificatrice ma, al contrario, una specie di conduttore che porta Erik alle proprie vittime. Non riesce a guardarla, deve affrontarla, anche con la spada. Quei morti sono laggiù, lì sotto.
Ma probabilmente sono anche in quel villaggio, villaggio dove sono annidate tutte le religioni. O nessuna. Tutti nel villaggio dovranno affrontare la propria coscienza.
Anche Knut che quella coscienza se la porta dietro come un'ombra, materializzata nell'immateriale figura della ragazza che hanno lasciato morire.
Ma un puro per aver soltanto indirettamente contribuito alla morte di una sola persona, si sente la coscienza più sporca di uno che ne ha volutamente e selvaggiamente uccise 73.
Film girato in maniera splendida (che belle le inquadrature da dentro la sauna), con una fotografia quasi miracolosa nell'uso delle luci, con scene di buio e penombra praticamente perfette. Location magnifiche, attori di altissimo livello, funziona praticamente tutto. Forse ci sono cali di ritmo qua e là.
Ma il difetto più grande rischia di essere quello che è il più grande pregio, ossia l'eccessiva "difficoltà" di comprensione, la necessità assoluta di utilizzare tutti i pochi o tanti neuroni che ancora ci restano. Per questo annoverarlo tra gli horror, genere ormai quasi parodia di sè stesso, è profondamente sbagliato credo.
Quindi è meglio tenere le antenne accese e perdersi il meno possibile tra fuoco e acqua, immaginazione e realtà, inferno e purificazione, senso di colpa e voglia di sconfiggerlo.
E quella sauna è un luogo terribile e magico, un luogo dal quale tutti siamo irresistibilmente attratti e al tempo stesso atterriti.
Chi ci va dentro probabilmente non ne esce fuori o se ne esce lo fa profondamente menomato.
E si arriva così a quel finale visivamente e psicologicamente meraviglioso, impressionante.
E difficilissimo.
Ho finito di vedere il film due ore fa e queste due ore ho pensato solo a quel finale.
Non l'afferravo, poi all'improvviso una parola mi ha illuminato.
Innocenza.
Erik manda via l'innocenza, tenta di salvarla.
L'unico modo è lasciarla fuggir via lontano, vai, salvati.
E salvami.
Vai dalla mia famiglia, corri al riparo.
La mano si ripulisce dagli orrori che ha perpetrato.
Ma se forse è possibile affrancarsi, pagare per i nostri errori, senz'altro non è possibile salvare la propria innocenza.
Il sangue del senso di colpa e delle vittime inonda Erik.
E quella bambina innocente che aveva mandato via non può riuscire a fuggire.
Il mostro l'afferra.
Non puoi fuggire, non puoi.
Per quanto possiamo provare a fuggire dai nostri sbagli, dai nostri errori, dai nostri crimini, una volta che l'innocenza si è persa è ormai impossibile riconquistarla.
O nasconderla.
Quel mostro del senso di colpa, quel mostro dal volto indefinito riuscirà sempre a trovarla.
E eccola che giace così a terra, col sangue alla bocca.
Con l'acqua che era lì.
Così vicina.

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