Regia di Franco Salvia vedi scheda film
Il sottile fascino del peccato s’insinua fra i trulli di Alberobello. Riti, magie nere e segrete orge, come dal titolo di uno stracultissimo dei 70. Puglia esoterica, al ritmo della taranta, dove si muove una setta di incappucciati cinica, infame e violenta, più di quella dell’ultimo bestseller di Ammaniti. Horror casereccio, midnite movie da Tv private. Cast memorabile, post-tarantiniano: Laura Troschel, ex moglie di Pippo Franco, finisce morta ammazzata, forse suicida; suo marito è Nino Castelnuovo, che s’invaghisce di una megera (Milena Miconi), strega in tailleur e tacchi a spillo, che però lo gela: «Pensavi che provassi piacere a letto con te?». Gerardo Amato fa il triplo gioco, Nando Gazzolo predica e Danny Quinn, figlio bello di Anthony, si muove in nome della legge: c’è da salvare una ragazza che per questioni di famiglia si è messa a ficcare il naso. E noi, volentieri, la sbirciamo in doccia. Giallo argentiano, thriller paranormale, tutti i particolari in cronaca: voci roche al telefono, relazioni torbide, cuori che sanguinano e non per modo di dire. Dal filmaker indipendente Franco Salvia, che l’anno scorso riuscì a sbarcare nei multiplex con Trappola d’autore: nostalgico del cinema di genere, scuola CSC, ma gavetta nelle commedie di liceali e professoresse.
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