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Il sottile fascino del peccato

Regia di Franco Salvia vedi scheda film

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La recensione su Il sottile fascino del peccato

di alan smithee
2 stelle

Agghiacciante. Sconcertante. Il thriller esoterico di Alberobello rischia persino di battere in ridicolaggine quel Hypnosis nostrano e artigianale di qualche mese fa che, prodotto da una famosa societa' titolare di multisale, circolo' presso di esse con una certa sciagurata disinvoltura senza peraltro che nessuno se lo filasse. Questo disastro almeno vanta, a differenza di quello che lo ha preceduto, un cast di comprimari davvero eccellente, ormai un po' vecchie cariatidi (con tutto il rispetto), ma comunque nomi che hanno reso grande lo sceneggiato giallo della grande produzione Rai degli anni settanta. Nino Castelnuovo, Lorenza Guerrieri, Laura Troshel, Nando Gazzolo (che timbro di voce ha ancora quell'attore eccezionale, l'unico brivido positivo di tutta la pellicola, il resto fa accaponare la pelle, ma non certo per lo spavento!!!). Manca solo all'appello il grande  Ugo Pagliai. E comunque, diciamolo, la Miconi nel ruolo della dark lady pugliese, a confronto con la Carmen Trigiante nelle vesti della sconcertante truzza protagonista Giada (che un attimo si dispera per la morte della madre mentre 5 secondi dopo fa la zoccola con il primo che passa e ride a squarciagola sguaiata come una versione mora della Marini) sembra quasi una vera attrice. E della fotografia piatta quasi il film fosse stato ripreso dalla telecamera monocorde di un cellulare primo prezzo che dire? E ancora luci viola che incendiano una nebbia notturna che rende le viuzze dei trulli quasi come una pista da discoteca in cui si muovono incappucciati cosi' ridicoli che neanche quel fuso di Dario Argento ne "La terza madre" ha osato tanto!!
Sono francamente sconcertato. L'idea di riportare in vita il vecchio noir macabro satanico di una splendida televisione che fu e che ora certo non esiste piu', poteva avere anche un senso (magari poi da produrre direttamente per la tv, anziche' fare un film a distribuzione inesistente e senza neanche possibilita' di accesso in prima serata per alcune ridicole scene di nudo). Tanta banalita' e desolazione, ma l'ultima batosta ce la prendiamo nel finale quando, dopo l'epilogo d'una pochezza disarmante, la didascalia avverte che Alberobello e' stata scelta solo per l'unicita' e la straordinarieta' degli suoi scorci, "di suggestiva resa cinematografica" ...? Alla faccia della resa cinematografica!!!

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