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Centurion

Regia di Neil Marshall vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Centurion

di berkaal
4 stelle

Mai riso tanto dal 1974, quando vidi "Frankenstein Junior". Ad ogni scena ci si chiede se sia stato toccato il fondo, e alla scena successiva si scende invece ancora, sempre più in basso. Il soggetto è un pout-pourri di personaggi, fatti storici e leggende agitate, non mescolate. C'è un po' di tutto: innanzitutto la fantomatica IX° Legione, la Hispana, che temo dovremo sorbirci ancora molte volte in futuro, un pizzico di Boudicca, e la battaglia di Teutoburgo, richiamata sia per la meccanica (l'agguato nella foresta), sia per il tradimento di Arminio, qui sostituito da Etain. La narrazione è piena di ingenuità, banalità e situazioni inverosimili, gli effetti concorrono a generare ilarità, ci sono sbudellamenti e squartamenti a ripetizione, per questi sono stati usati più di 200 litri di sangue finto. Ma è analizzando alcuni protagonisti che le risate sgorgano irrefrenabili: Olga Kurylenko è sempre incazzatissima, con lo sguardo truce ed il fiero cipiglio, purtroppo però non è assolutamente credibile, ha più la faccia da scema che non altro, sembra sia appena uscita da una boutique in Via Monte Napoleone a Milano tanto è fashion. L'altra donna terribile dei Pitti è ancora peggio: bionda ossigenatissima, sembra uscita da una band metal della prima ora, truccatissima, un po' emo, un po' dark, un po' porno star, anche lei scatena le risate. La terza donna, Imogen Poots, la strega Arianne, è anch'essa improbabile, se non altro un po' meno delle altre. La fotografia è scadente, le scene notturne sono girate con le solite smaccate luci blu fuori campo, ma nemmeno quella diurna si salva, ci sono fari laterali che proiettano visibilissime ombre farlocche. I luoghi comuni si sprecano: il solito salto nel precipizio per sfuggire agli inseguitori, la corsa nella brughiera dall'alto alla "Signore degli Anelli", un pizzico però anche de "Il Trono di Spade", del resto nel cast c'è anche Liam Cunningham. La pellicola tocca comunque il picco del demenziale alla fine, quando l'idiota si lancia a cavallo verso il Vallo di Adriano e viene ucciso dal fuoco amico, un'unica freccia scoccata tra l'altro dal regista, che si è concesso un cameo che non risolleva certo le sorti della pellicola. Tirando le somme, sembra di essere davanti ad un medio film d'avventura del 1965. Ma nel frattempo sono passati 55 anni. Per concludere, dalle mie parti i "pitti" sono i tacchini. Come si fa a non ridere quando qualcuno disperato grida: "I pitti ci inseguono, sono implacabili"?

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