Regia di Neil Marshall vedi scheda film
Non si costruisce un impero distribuendo fiori ai nemici. Ce lo insegna la storia, basta saper consultare i testi e non fermarsi ai luoghi comuni.
Il più diffuso dei quali vuole i Romani come portatori di civiltà a popoli che in fondo non aspettavano altro.
Ora è indubbio che non si edifica un sistema politico e sociale complesso (come era l'Impero Romano) se non si ha la capacità di assimilare i popoli conquistati, facendoli sentire parte di una entità comune, ma è altrettanto indubbio che al momento della conquista le legioni si dimostrarono spietate non solo con gli avversari in armi ma anche con la popolazione inerme.
Sono temi che tornano alla memoria guardando questo Centurion, pellicola nella quale il regista Neil Marshall ricostruisce (sia pur in maniera fantasiosa) gli avvenimenti relativi alla scomparsa della IX legione nella Britannia del Nord.
Se il protagonista è un romano, non lo è però il punto di vista sotto cui vengono raccontate le vicende.
La guerra è rappresentata in tutta il suo orrore, non vi è esclusione di colpi e alla ferocia del nemico si risponde con altrettanta crudeltà.
Il fatto di non fare sconti a nessuna delle due parti in causa (romani conquistatori da un lato, barbari soggetti a conquista dall'altro), al di là della fondatezza storica (piuttosto limitata) della narrazione, resta un merito di questo film.
Quintus Dias, centurione romano di stanza in un avamposto al confine settentrionale, sopravvissuto a un violento attacco dei Pitti, si unisce alla IX legione comandata dal valoroso generale Virilus, e con essa si addentra nei territori non ancora sottoposti al controllo dell'impero.
Il tradimento di una guida locale, la tanto affascinante quanto perfida guerriera Etain, porterà alla distruzione della legione.
Quintus, scampato ancora una volta alla morte, cercherà con i pochi superstiti di soccorrere il generale, ma alla fine si troverà costretto a una fuga disperata per salvare la propria vita.
Il ritorno alla supposta civiltà non sarà così pacifico come poteva sembrare, e alla fine Quintus per salvare la propria vita sarà costretto a fare una scelta abbastanza fuori dagli schemi di un romano dell'epoca.
Partito con l'idea di fare un film storico, Marshall alla fine propone una storia ricca di azione e adrenalina che in realtà, con le giuste modifiche, avrebbe potuto essere ambientata in qualsiasi altra epoca di guerra.
Un limite forse, ma anche un pregio: come detto si può discutere sulla attendibilità storica della ricostruzione, certamente non si può discutere sul fatto che Marshall riesce nello scopo di affascinare lo spettatore a una vicenda lontana nel tempo, dimostrando una mano sicura e l'indubbia capacità di procedere nella narrazione senza cali di tensione.
Da questo punto di vista siamo di fronte a un buon prodotto di intrattenimento, con il valore aggiunto di una ambientazione decisamente affascinante, un'immersione in una natura selvaggia fatta di foreste incantate (ma custodi silenziose di un nemico spietato) e paesaggi straordinari.
Michael Fassbender copre con capacità il ruolo del protagonista Quintus Dias, ben supportato da un cast che si dimostra all'altezza. Su tutti svetta l'angelo vendicatore dei Pitti, la guerriera Etain (così dura e cattiva per i terribili soprusi patiti proprio ad opera dei legionari romani) nei cui inquietanti panni dimostra bravura Olga Kurylenko.
Da rilevare anche la bella presenza di Imogen Poots nel ruolo dell'affascinante strega (o presunta tale) Arianne, le cui braccia saranno il porto sicuro in cui un Quintus Dias sballottato fra due mondi che gli sono ostili troverà conforto.
Beato lui!
In conclusione una buona pellicola, piena di ritmo e avventura, visivamente affascinante e supportata per di più da una valida colonna sonora.
Il mio nome è Quintus Dias, sono un soldato di Roma. E questo non è né l'inizio né la fine della mia storia.
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