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L'ordine naturale dei sogni

Regia di Stephen Merchant, Ricky Gervais vedi scheda film

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La recensione su L'ordine naturale dei sogni

di supadany
8 stelle

VOTO : 7++.
“Cemetery junction” è quella che definirei essere una gradevole sorpresa, anche se avevo già visto ed apprezzato il bello (e comunque diverso) “Il primo dei bugiardi”, sempre della premiata ditta composta da Ricky Gervais e Stephen Merchant, per cui comunque mi aspettavo di vedere un buon film.

Ma le premesse della vigilia sono state addirittura superate e, seppur con qualche limite (c’è tanta carne al fuoco ed il tempo impiegato non è poi  tanto), questo film mi ha proprio convinto.

Inghilterra, anni settanta, tre giovani amici abituati a far bisboccia si ritrovano in un momento chiave della loro vita; Freddie (Christian Cooke) lascia la fabbrica dove da sempre lavora il padre (Ricky Gervais) per lavorare nell’azienda assicurativa del signor Kendrick (Ralph Fiennes) ed è tramite lui che ritrova l’amica di un tempo (Felicity Jones).

Intanto il suo amico Bruce (Tom Hughes) mostra spesso il suo lato negativo, colpa anche di un rapporto teso col padre, mentre Snork (Jack Doolan) è il pazzo, e un po’ complssato, del gruppetto.

Tutti e tre assieme decidono che è ora di cambiare aria per dare un senso alla loro vita, ma all’ultimo momento capiteranno fatti che cambieranno per tutti le carte in tavola.

Pellicola realizzata in maniera brillante, fin da subito si è proiettati all’interno della vicenda, grazie soprattutto ad una colonna sonora galvanizzante ed a un montaggio che la segue a ruota (e questo accade più volte lungo il film), mentre scenografie, trucchi e costumi soddisfano lo sguardo.

Ma oltre alla confezione curata con un gusto felicemente vintage (ma anche proiettato in avanti con un taglio linguistico molto vivace), funziona soprattutto il registro narrativo che alterna varie forme di umorismo (che passa dal volgare, anche spinto, a scaglie di cattiveria nera con estrema disinvoltura) a temi anche più profondi.

Così, oltre ai sogni delle giovani generazioni (che è un po’ il tema più trattato), abbiamo in bella vista i rapporti di amicizia (il trio cardine), quelli famigliari i rapporti tra padre e figlio), un mondo sessista (emblematiche le scene con Ralph Fiennes, la moglie, di scena, Emily Watson e il funzionario arrivista interpretato da Matthew Goode)e l’amore, quello contagioso che da la spinta per gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Ed è così che prende corpo un finale trascinante, come il treno che parte dalla stazione verso nuove prospettive, che forse si sviluppa un po’ rapidamente, ma proprio in un ritmo agile trova una disinvolta forza d’animo.

Ecco, se proprio devo trovare un difetto a questo bel film, direi che pur essendo realizzato molto bene, si potevano approfondire maggiormente alcuni aspetti, anche perché il minutaggio sfiora appena i novanta minuti (e ne avrei visto volentieri altri trenta), ma ciò non toglie che ha il (grande) merito di unire l’utile (una critica ad un mondo fermo su convinzioni antiche, come il ruolo della donna, ma anche una certa staticità sociale) al dilettevole (scene comiche, vedi per esempio il doppio tatuaggio di Snork) con brillantezza.

Insomma ritengo questo film un piccolo grande lavoro, immediato, diretto, spontaneo e vitale.

Ben fatto.

Su Ricky Gervais

VOTO : 7++.
Regia brillante, molto dinamica, ricca di spunti e molto attenta nel coordinare al meglio tutti i comparti tecnici.

Su Stephen Merchant

VOTO : 7++.
Regia brillante, molto dinamica, ricca di spunti e molto attenta nel coordinare al meglio tutti i comparti tecnici.

Su Christian Cooke

VOTO : 6,5.
Bel volto e voglioso di far bene.
Ben guidato, fa una bella figura.

Su Tom Hughes

VOTO : 6,5.
Volto strano, adatto per la parte, anche lui ci mette entusiasmo e carattere.

Su Jack Doolan

VOTO : 6++.
Simpatico e squinternato.

Su Felicity Jones

VOTO : 6++.
Molto carina, naturale e freschissima.

Su Ralph Fiennes

VOTO : 6/7.
Personaggio scorbutico ed antipatico, tanto ti cappello per come lo rende Fiennes in scena.
Bella interpretazione.

Su Emily Watson

VOTO : 6,5.
Gli bastano un paio di sguardi (quello da moglie infelice e quello di rivalsa quando protegge la fuga della figlia) per nobilitare la sua prova.

Su Matthew Goode

VOTO : 6++.
Anche lui si ritrova in panni antipatici e li rende su schermo piuttosto bene.

Su Ricky Gervais

VOTO : 6.
Si ritaglia solo una piccola parte di contorno che espleta in scioltezza.

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