Regia di Stephen Merchant, Ricky Gervais vedi scheda film
Primo consiglio: si astengano dalla visione del film tutti coloro che non sono avvezzi all’umorismo surreale, nero e scorretto, di Ricky Gervais e Stephen Merchant, registi del film e creatori della serie inglese The Office, un vero cult, basata sulle vicende di alcuni dipendenti di un ufficio alle prese con esuberi e licenziamenti. E questo perché Cemetery Junction, pur non essendo una commedia, presenta soprattutto nei dialoghi quella dose di sarcasmo che ha caratterizzato la serie televisiva.
Il film, edito in dvd in Italia con il titolo (inappropriato) L’ordine naturale delle cose, è un dramma sulla speranza, sull’età che verrà, sulle aspettative realizzate e su quelle disilluse. È una pellicola sulla crescita individuale, sul delicato passaggio dall’adolescenza all’età matura, dal mondo dei sogni e dell’io sarò a quello della realtà e dell’io sono, senza tralasciare temi come il razzismo, il sessismo e il mondo del lavoro, passando per i grandi valori della vita: l’amicizia, l’amore, la famiglia.
Tutto si svolge nella cittadina di Cemetery Junction, poche anime alle porte di Reading, in Inghilterra, nell’estate del 1973. Si raccontano le vicende di quattro ventenni, tre ragazzi e una ragazza, chiamati a decidere sulle sorti del loro destino.
I primi minuti del film, di sicuro quelli che rappresentano il vero punto debole, uno scoglio difficile da superare per continuare la visione, servono a descrivere la quotidianità dei personaggi.
Freddie vive con la sua famiglia (padre, madre e nonna materna) ed è senza un lavoro. Dopo aver lasciato la scuola a 14 anni e aver lavorato in fabbrica con il padre per un paio di mesi, sogna di poter cambiare la propria vita: il suo sogno è trovare un lavoro che gli permetta di indossare giacca e cravatta, comprare un’automobile e avere una casa propria, dopo averne estinto il mutuo. Ed è per realizzare ciò che accetta la possibilità di lavoro offertagli dalla Vigilant Life, una compagnia di assicurazioni per la vita la cui regola principale è “Fai sentire loro il puzzo della bara”. La compagnia è diretta da Mr Kendrick, un cinico uomo “fatto da sé” dopo aver lasciato quella discarica di Cemetery; l’uomo è affiancato da un giovane arrivista, Mike, a cui spetta il compito di far da tutor a Freddie.
Bruce vive solo con il padre dopo che la madre è fuggita con un altro uomo, lasciandolo ancora bambino. Il rapporto con il padre non è dei migliori: l’uomo è costretto in casa da una serie di dolori alla schiena che non gli permettono di lavorare ma che, a detta del figlio, “gli permettono di recarsi in qualche pub ad ubriacarsi”. Bruce è il James Dean della situazione (l’analogia è sottolineata anche dal giubbotto in pelle nera e jeans che il giovane indossa per tutta la pellicola): giovane, bello e dannato. Da quando aveva 15 anni sogna di andar via dal suo paese e, soprattutto, di lasciarsi alle spalle quel padre che considera semplicemente un inetto per non essersi ribellato al tradimento della moglie e al suo conseguente abbandono del tetto coniugale. Bruce lavora in fabbrica, insieme al padre di Freddie, ed è pronto a battersi per difendere i propri amici dai soprusi altrui.
Snorky è invece lo sfigato della situazione. In sovrappeso e con occhiali che avrebbero dovuto farlo somigliare ad Elton John ma che finiscono col farlo sembrare uno dei personaggi dei Banana Splits (Snorky, appunto), lavora come annunciatore alla stazione locale dei treni. Non è molto fortunato con le ragazze e il suo maggiore tratto distintivo è un tatuaggio raffigurante una vampira nuda alla finestra, disegnato sul petto e terminate sulla schiena. Il suo sogno è di riuscire a prendere il posto di Charlie, il vecchio capostazione.
I tre amici trascorrono insieme le loro ore libere, all’insegna di serate in pub condite da musica e risse che terminano spesso con una notte in cella alla stazione di polizia, dove vengono liberati puntualmente dal sergente Davies, l’unico amico del padre di Bruce. Soventi sono durante le loro scorribande le visite al fast food vicino ai binari, gestito da un proprietario sopra le righe e in cui lavora Louise, segretamente infatuata di Snorky.
I primi giorni di lavoro alla compagnia di assicurazione per Freddie sono caratterizzati da due incontri, destinati a modificare il corso della storia.
Il primo incontro è strettamente connesso con l’attività lavorativa. Accompagnato da Mike, il giovane si reca a far visita ad una coppia di coniugi a cui riesce a far firmare una polizza con i risparmi messi da parte per un viaggio in Spagna.
Il secondo incontro è invece connesso con la sfera privata. Freddie incontra una ragazza, Julie.
Julie è una sua vecchia compagna di scuola che non vede da 12 anni, è la figlia del titolare della compagnia di assicurazione nonché fidanzata e promessa sposa di Mike. Ha l’hobby della fotografia che spera di trasformare presto in lavoro e il suo motto è un vecchio detto arabo: “butta il cuore davanti a te e corri a riprenderlo”.
La chiave di svolta del film arriva con il Galà dei Vincitori, serata mensile organizzata da Mr Kendrick per celebrare sia i vecchi venditori che vanno in pensione sia i nuovi arrivati. Durante la cena, conosciamo meglio uno dei personaggi destinati a cambiare la vita dei giovani, Patricia, moglie del titolare della compagnia e madre di Julie. Patricia è una donna che reprime il suo carattere per sottostare agli ordini del marito, mite e silenziosa, comunica più con lo sguardo che con le parole.
Durante la cena, a cui Freddie partecipa accompagnato dai suoi due amici, Bruce e Snorky trovano l’occasione per rovinare l’atmosfera da casa di riposo che la serata sembrava avere. I due vengono cacciati in malo modo e ciò sarà motivo di scontro tra Freddie e Bruce. Per la prima volta i tre amici non trascorreranno la serata insieme: Snorky si recherà da solo al fast food, Bruce rientrerà a casa andando subito a letto senza la quotidiana lite con il padre, Freddie trascorrerà una notte insonne, perso a riflettere sulle parole del motto arabo di Julie e sulla realizzazione dei sogni.
Il giorno dopo, Freddie, dopo aver saputo della morte accidentale del marito della coppia a cui aveva fatto sottoscrivere il suo primo e ultimo contratto, comunica alla famiglia e agli amici la sua decisione di lasciare Cemetery Junction e di realizzare qualcosa di diverso per evitare che nel suo necrologio si dica di lui soltanto che “è stato un tifoso del Reading FC e amava le cipolline sott’olio”. Bruce e Snorky (dopo vari tentennamenti) decidono di seguire Freddie e di andar via con lui.
Prima di partire, Freddie si reca a salutare Julie e la invita a trascorrere la serata con lui e i suoi amici: una notte di festa e allegria per salutare la vecchia vita e iniziare il percorso verso la nuova. La ragazza li segue nell’unica discoteca del posto e i quattro trascorrono la serata tra risate, complicità e foto scattate dalla stessa Julie, fino a quando Bruce, dopo aver ballato con una ragazza di colore, si scontra con un giovane, che lo apostrofa con una battuta razzista. Lo scontro degenerato in una violenta rissa aprirà nuovamente le porte della cella della stazione di polizia per Bruce.
Dopo la rissa, Freddie accompagna Julie a casa e i due hanno un diverbio durante il quale il ragazzo fa notare come Julie sia destinata ad un futuro da casalinga e moglie repressa di Mike, un uomo fotocopia di Mr Kendrick, incapace di dire “grazie” alla propria consorte. Inoltre, Freddie invita la ragazza a seguirlo nel suo viaggio rivelandole i suoi sentimenti ma lei lo caccia via.
Arriva così la mattina della partenza.
Bruce, ancora in cella, prima di venire rilasciato raccoglie la verità sull’abbandono della madre durante uno scontro sia verbale che fisico con il sergente Davies, intenzionato a salvare il giovane dal suo destino incerto. La rivelazione porterà nuova luce nella mente del giovane, rivalutando la figura paterna vista sotto un’ottica che non conosceva. Il giovane ritornerà a casa e ritroverà quel padre che per tanti anni aveva tenuto lontano da sé: questo lo porterà alla decisione di non partire più.
Snorky si renderà conto di essere innamorato di Louise, la cameriera del fast food, l’unica capace di individuare le ragioni di un particolare elemento del suo tatuaggio. Il bacio tra i due farà in modo che anche Snorky decida di non partire più.
Freddie, invece, perseguirà il suo obiettivo: saluta la sua famiglia e si reca in stazione, dove apprende di essere rimasto solo.
Julie si appresta invece alla colazione in casa sua. Sono presenti lei, la madre, il padre e Mike. Dopo una serie di sguardi complici con la madre, che aveva sentito la conversazione della sera prima tra la figlia e Freddie, la ragazza mette in atto delle azioni che evidenziano quanto le parole di Freddie nei confronti di Mike e del suo futuro siano vere. Incoraggiata dalla madre, che per la prima volta si oppone al marito, Julie decide di raggiungere Freddie alla stazione e di prendere con lui il treno della vita.
Nonostante il film sia ambientato negli Anni Settanta, a parte per la colonna sonora che presenta dei must del periodo, dai Led Zeppelin a David Bowie a Elton John (memorabile a proposito la battuta pronunciata da Bruce mentre Freddie ascolte le 5 Variants of Dives and Lazarus di Ralph Vaughan Williams: “Non ascoltare musica frocia, ascolta Elton John!”, sic!), e per gli immancabili jeans a zampa d’elefante, Cemetery Junction sembra essersi fermata agli Anni Cinquanta e lontana dall’Inghilterra che Margareth Thatcher provvederà a riformare negli Anni Ottanta. Il paese potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo e rappresentare la volontà giovanile di abbandonare una realtà considerata troppo piccola e chiusa per essere pronta a cambiare. Un tema universale che caratterizza tutti i giovani di piccoli paesi che vedono le prospettive di cambiamento solo nella grande città. Gli unici sogni di una realtà così ristretta sono quelli legati alle tradizioni: sposarsi, fare figli e lavorare nella fabbrica locale.
È interessante lo sguardo che i due registi danno sui giovani inglesi dell’epoca: mentre gli Stati Uniti ci descrivono dei giovani irrequieti per lo spettro della guerra in Vietnam e l’Italia dei giovani impegnati a sfruttare i risultati raggiunti dai padri con il boom economico, i giovani di Cemetery Junction vivono ancora ancorati al concetto di famiglia che innegabilmente modifica le loro esistenze.
Freddie vive in una famiglia allargata (da brivido i diverbi a tavola tra il padre e la nonna), in cui il padre è il classico uomo medio “fantozziano”, intento a lavorare, guardare la televisione e mangiare la “frittata di cipolle”. La madre, invece, è talmente legata al figlio tanto da essere l’unica ad opporsi simpaticamente alla partenza del figlio (“Che parti a fare quando non hai ancora visto nemmeno un terzo di Cemetery?”).
La famiglia di Bruce non esiste: vive solo con il padre, uomo dal quale il giovane vuole allontanarsi. Bruce scopre solo dopo che la madre lo ha abbandonato volutamente perché considerava il figlio solo un intralcio per la sua nuova relazione. Il padre a cui lui non vuole somigliare è invece il suo riflesso proiettato nel futuro e sarà questa somiglianza a farlo desistere dalla partenza.
La famiglia di Julie è la più tradizionalista e conservatrice del film: l’uomo lavora e porta i soldi a casa, la donna riordina, cucina e accudisce i figli. E Julie scapperà via proprio per non obbedire a questa tacita regola.
La pellicola è caratterizzata anche da diversi sguardi critici sulla società del tempo, sulla situazione lavorativa prima di tutto.
La ricchezza era data dall’avere un’automobile e una casa propria. Il lavoro in fabbrica, offerto da Cemetery Junction, non era in grado prima delle riforme della Lady di Ferro di garantire tutto ciò. E si deduce da vari elementi: il padre di Freddie ha anche un secondo lavoro come lavavetri e la prospettiva di fare il procacciatore di assicurazioni per Freddie da più certezze e guadagni.
La situazione economica non era delle migliori: ce lo dice Snorky con una battuta sul pane bianco durante la cena dell’assicurazione, ce lo dice il padre di Freddie rivolgendosi alla suocera (“La tua pensione non copre neanche il costo del cibo che mangi”), ce lo dicono le difficoltà che incontra Freddie nel far stipulare le polizze.
Altro tema che viaggia per tutto il film è quello del razzismo. L’Inghilterra di quel periodo stava per essere invasa dagli immigrati di colore che venivano visti come invasori. Le uniche notizie che gli inglesi medi avevano erano apprese dalla televisione che mostrava loro documentari sulla difficile situazione in Africa. I neri erano coloro che arrivavano per rubare il loro lavoro nelle fabbriche. Molte sono le battute a proposito, soprattutto a casa di Freddie, farcite da luoghi comuni che vengono messi in dubbio dal giovane stesso (“Ma se i neri sono pigri, come dici tu, come fanno a venire qui a rubarti il lavoro? È un controsenso”). E il razzismo è anche alla base della lite di Bruce al Majestic, la discoteca in cui si recano la sera prima di partire.
Un ulteriore approfondimento va dato anche al tema del sessismo. L’Inghilterra di Cemetery Junction ha una visione abbastanza primordiale dei sessi, lontana dagli anni luce dai movimenti femministi degli Anni Sessanta: uomo al lavoro, donna in casa. I personaggi femminili del film sono tutte casalinghe: lo è la madre di Freddie, così come lo è la madre di Julie, che provvederà a “ribellarsi” al marito solo per evitare che lo stesso destino tocchi alla figlia.
Inoltre, si nota anche una certa vena omofobica: dalle battute sui musicisti (citata prima a proposito di Elton John) a quella che il padre di Freddie rivolge al figlio credendo che la sua partenza sia dovuta ad una scelta da hippie (“Non sarai mica un macellaio? Non ti farai consegnare la carne [espressione accompagnata da un inequivocabile gesto del braccio] dal retro?”) allo scherzo in stazione nei confronti del gentleman con la bombetta.
Si può però criticare ai due registi la scelta di far terminare il film in tutta fretta, come se qualcuno gli avesse imposto la durata dei 90 minuti esatti. Per i primi 60 minuti ci si ritrova in una situazione narrativa statica mentre la fine sembra affrettata e le scelte dei protagonisti vengono fatte in pochissimi attimi, senza mostrarci il percorso interiore che li porta a tali scelte, solo fatti e niente sguardi introspettivi.
I tre giovani attori (Tom Hughes – Bruce, Christian Cooke – Freddie, Jack Doolan – Snorky) recitano spesso come se volessero prendere l’uno il sopravvento sull’altro, in una sorta di gara di bravura, e questo accade soprattutto quando l’occhio dello spettatore ricade su Bruce, sicuramente il personaggio destinato a rimanere più impresso nella mente.
Una spanna sopra tutti sono Emily Watson, nonostante i pochi minuti sulla scena, nel ruolo di Patricia, capace di comunicare senza parole, grazie allo sguardo e alla gestualità, e Ralph Fiennes, imperturbabile nella freddezza cinica di Mr Kendrick. Da antologia invece la prova di Anne Reid nel ruolo della nonna di Freddie.
Una postilla invece va alla Sony e ai suoi titolisti italiani: siamo sicuri che la vicenda segua L’ordine naturale delle cose?
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