Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film
Mentre persino in Francia l’horror continua con successo un percorso tutto suo, in Italia anche Dario Argento è ormai trattato come un paria (il suo ultimo film, Giallo, non è neppure stato distribuito). Solo Federico Zampaglione - storico leader dei Tiromancino - ce l’ha fatta a dare un contributo importante al genere, grazie al produttore Massimo Ferrero che ci ha messo budget e passione. Shadow racconta il viaggio da incubo di un ciclista americano sulle italiche Alpi (siamo dalle parti di Tarvisio). Incrocia una turista francese e due paramilitari dal grilletto facile (uno è Ottaviano Blitch di Virgin Radio...) con i quali finisce tra le fauci di un mostro glabro (l’inquietante attore svizzero Nuot Arquint) che sogna di congiungere Leni Riefenstahl al torture porn. Finale un po’ frettoloso, ma con sorpresa. Di Shadow colpisce la confezione: la prima parte, en plein air, ha il respiro ossessivo dell’horror d’autore concentrato sulla macchina da presa e le sue coreografie (l’aiuto regista è Roy Bava, nipote e figlio di...). La seconda parte, catacombale, è forse più derivativa ma deliziosa se si ha lo stomaco forte. Zampaglione non riscrive la storia del genere ma la interpreta con gusto personale e grande energia. Se continua così non rimpiangeremo i dischi.
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