Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film
Ambientazione "particolare",tra i monti che si stendono tra Austria e Nord Italia,colori foschi e natura sospesa tra ghiaccio e foglie morte,un giovane uomo che per trovare un pò di pace,dopo aver visto cose orride in guerra ha intrapreso un viaggio nel silenzio,con una mountain bike,senza aver capito che procede a pedalata veloce verso l'inferno:opera seconda di Federico Zampaglione,"Shadow" per molti recensori è stata una sorta di rivelazione,con vari commenti di apprezzamento,dopo una stroncatura più o meno unanime del primo film diretto dal fondatore dei "TiroMancino",quel "Nero bifamiliare" che non aveva incontrato favori nè di critica,nè di pubblico.Nemmeno "Shadow",a essere onesti,ha avuto gran successo in sala,ma ci sono tutti i crismi per farne un film di culto,e già in Rete fioccano gli entusiasti per questo horror italiano girato con taglio europeo.Personalmente,trovo che i dialoghi siano quasi meccanici,ad una prima parte in cui al regista riesce di montare alla grande una suspence da horror montano al confine con spettacoli di alta tensione come "Un tranquillo weekend di paura",ne segue una seconda molto citazionista (Argento,è chiaro,su tutti) più claustrofobica e che deve molto alla moda del "torture horror" alla "Hostel",con un finale che i cinefili più attenti non mancheranno di prevedere.Però certe visioni sono di prim'ordine,qualche passaggio sospeso tra l'onirico puro (versione ovviamente incubo) e la paura innescata a regola d'arte con procedimenti ansiogeni molto azzeccati è decisamente buono,e insomma Zampaglione può crescere bene,se trova una sua chiave personale senza ricorrere troppo a citare cinema d'altri.Impressionante la silhouette scheletrica del ballerino svizzero Nuot Arquint,quasi una creazione dei peggiori momenti della mente durante una notte afflitta da mal di pancia.
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