Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film
Interessante questa escursione di Federico Zampaglione nel cinema di genere (dopo un esordio cinematografico complessivamente poco apprezzato), certo non un prodotto di altissimo profilo in senso stretto, ma da apprezzare perché comunque montato con intelligenza e proprietario di alcune buone trovate.
Questo senza dimenticare che il film in questione è anni luce avanti, in tutto e per tutto, ai tanti suoi “colleghi” italiani degli ultimi anni e che anzi si può tranquillamente posizionare nei piani medio alti anche alzando la competizione a livello internazionale.
David (Jake Muxworthy) è un biker che sta cercando di dimenticare le bruttezze della guerra in Iraq con un bel viaggio in solitaria sulle montagne europee.
Conoscerà presto la bella Angeline (Karine Testa), ma anche due cacciatori che si metteranno sulle loro tracce.
Ma poi arriva anche il super cattivo e le cose si complicano per tutti, buoni o cattivi che siano.
Molto piacevole questo horror italiano, diretto con idee chiare, buon ritmo e qualche cambio di prospettiva indovinato (vedi l’ingresso del maligno) da Federico Zampaglione.
La prima mezz’ora abbondante è molto dinamica e lascia buone sensazioni, subito dopo si teme possa giungere la classica deriva “torture movie” (qualche sprazzo c’è e ci sta bene), ma ben presto la storia si libera da questo vincolo e riparte in maniera abbastanza efficace.
Certo non mancano ingenuità di fondo (un po’ i personaggi non sono dei “fulmini di gerra”), qualche concessione di troppo per tenere in piedi la trama e pure il tutto si risolve in tempi un po’ troppo conenuti, almeno per i miei gusti, ma questi difetti vengono ampiamente compensati dai meriti, tanto più se si pensa alle schifezze che si vedono nel campo horror dalle nostre parti.
In più ho trovato molto felici le scelte pratiche sul finale, con sogno e realtà che si compenetrano alla grande, mentre gli ambienti, come i richiami alla storia, sono suggestivi, nel bene e nel male.
Infine è convincente, quanto incalzante, anche il tema musicale portante.
Insomma questo “Shadow” non sarà esente da difetti, anzi, ma possiede una sana vitalità, è realizzato con lo spirito giusto e per questo non posso che premiarlo.
Sorpresa.
Regia variegata, con qualche ingenuità, ma anche con buon spirito propositivo e qualche felice intuizione.
Se la cava, certo non è la recitazione il punto di forza del film.
Naturale e sciolta.
Alquanto inquietante, figura riuscita.
Sufficiente.
Parte molto ristretta la sua.
Sufficiente.
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