Regia di Riccardo Grandi vedi scheda film
Banalità itineranti e luoghi comuni a go go per la stanca commedia d'esordio di Riccardo Grandi. Fiacco e risaputo sin dal titolo, "Tutto l' amore del mondo" è un perfetto esempio di cinema di cui non abbiamo veramente più bisogno. Le ragazzine vogliono vedere Vaporidis che fa il figo in giro per il mondo ? Bene, dico io, fategli fare una fiction ma toglietecelo dal grande schermo. L' anti-attore per definizione (secondo, forse, solo a Muccino Jr.), è qui un giovane scrittore che non conosce l' amore e che ha alle spalle un padre assente ed una madre schiacciata dai debiti. Nel tentativo di aiutare quest' ultima, accetta l' incarico di scrivere una guida turistica improntata al romanticismo che lo "costringerà" in giro per l' Europa. A fargli compagnia : un fotografo scapestrato e burino che esclama "roccherooolll" ad ogni occasione, la sua amichetta ninfomane in cerca d'emozioni forti e, guarda caso, la figlia dell' avvocato usuraio che tiene in pugno la libreria della madre del nostro belloccio inebetito. Inutile dire che la ragazza sia perfettamente complementare al protagonista e che alla fine tutto si risolva in un patetico happy-end da romanzo rosa. Nel mezzo troviamo pochi ed inflazionati scorci di Spagna, Francia, Scozia, Inghilterra ed Olanda, un ladro gentiluomo, squallida filosofia di viaggio, improbabili amici e vecchie fiamme, una gara di lap dance e l' inevitabile incontro/scontro con il padre desaparecido. Non si ride, non ci si emoziona, ci si annoia soltanto. Gli unici guizzi appartengono ad Alessandro Roja (il Dandi della serie tv "Romanzo criminale") e ovviamente a Sergio Rubini ma i loro personaggi sono mere caratterizzazioni di contorno in una pellicola divorata dagli stereotipi. Chiudono il cerchio un Montesano che non diverte, una Myriam Catania che, fuori dalla sala di doppiaggio, stenta a lasciare un segno della sua presenza ed una Ana Caterina Morariu che sarà anche carina ma non basta uno splendido sorriso a fare un' attrice. Non siamo ai livelli di Moccia ma la mancanza d'idee è ugualmente preoccupante.
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