Regia di Rowan Woods vedi scheda film
Due i pregi di una pellicola sostanzialmente fragile: una buona prova dell'intero cast (molti i volti noti) e un'ambientazione atipica, si potrebbe dire orgogliosamente australiana. Il Piccolo Pesce del titolo è incarnato da Cate Blanchett, sempre all'altezza di qualsiasi ruolo, metaforicamente immerso in un elemento da cui fatica ad uscire. Il mare è quello della droga e di tutto ciò che essa comporta: sofferenza, umiliazioni, schiavitù, violenza, traffichi e interessi illeciti. I pesci grossi saranno portatori di morte. Il tentativo di scrollarsi di dosso un passato da tossica investendo in una videoteca corteggiando l'intervento risolutore di un prestito bancario si rivelerà più arduo e meno scontato del previsto. Sarà invece dietro l'angolo il solito spettro del marciume, l'ingombrante famiglia ed ex fidanzato. Piace lo sguardo della regia sulle minoranze, sulle periferie, sui diversi, sugli sconfitti. Piace meno il farraginoso procedere di un'opera riuscita a metà per mancanza di vera personalità cinematografica. Ogni tanto tristemente soporifero, ma non da buttare; merito, come già sottolineato, degli attori.
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