Bazil non ha fortuna con le armi. Anni addietro una mina inesplosa nel deserto marocchino lo ha reso orfano. E ora ha una pallottola conficcata nel cranio, una minaccia costante. Uscito dall'ospedale, viene accolto da una banda di truci e strani personaggi. Se ne servirà per vendicarsi nei confronti della fabbrica di armi che ha incrociato due volte il suo destino, segnandolo, e scatenerà una battaglia epica contro un colosso industriale.
Note
Fiaba moderna ma non stucchevole (non mancano elementi grotteschi come una collezione di reliquie di dittatori e una sequenza in un peep show), L’esplosivo piano di Bazil è popolato di contorsionisti, uomini cannone, dattilografi che parlano per proverbi e muti scultori di automi (le magnifiche sculture meccaniche sono realizzate dall’artista francese Gilbert Peyre), tutti trattati con ironia e affetto contagiosi, in un esilarante tripudio di invenzioni.
Raccontare il plot è come chiedere a un ubriaco di stare su una gamba sola, una richiesta indiscreta, immorale. Cambia qualcosa del funambolismo e della balistica antinazista di Arcobaleno di gravità, se chiediamo a Pynchon la trama del mondo? Non cambia nulla perché la trama è solo un pre-testo.
Inquadrature che quasi scoppiano per quanto sono stipate di rottami, colori ocracei e freak. Il tutto nell'universo post-dickensiano di Jeunet in cui ogni personaggio ha il suo tic e la trama è un congegno perfetto. La regia gestisce ogni dettaglio con padronanza, ma l'estetica alla lunga stucca e il tema etico appare un guscio vuoto.
Lo Jeunet che amiamo di più per un film che mescola trovate geniali e personaggi genuinamente spontanei. Il tutto retto da una fotografia e da un montaggio davvero eccezionali.
L’ultima opera di Jeunet (da noi uscita con più di un anno di ritardo) è una favola autocelebrativa che ripropone con un’ottica tutta particolare, riconoscibilissima e personale e una serie di infinite variazioni, le piccole crudeltà di Delicatessen e le attese struggenti dell’incompreso (per lo meno qui in Italia) Una lunga domenica di passioni, più… leggi tutto
Di nuovo Jeunet con una delle sue tante fiabe moderne ma con tema forti e importanti. Anche qui, la trama per quanto tratti un tema serio (le armi, le mine anti uomo come strumento di distruzione dell'umanità, create da uomini tutti imbellettati, magari insospettabili) mantiene il carattere favolistico che caratterizza tutti i suoi film con situazioni paradossali, musiche, colori,… leggi tutto
Inquadrature che quasi scoppiano per quanto sono stipate di rottami ferruginosi, colori ocracei e freak dalle vaghe sembianze umane. Il tutto nell'universo post-dickensiano di Jeunet in cui ogni personaggio ha il suo tic (tipo, parlare per proverbi) che lo accompagna dall'inizio alla fine del film, e la trama è un perfetto congegno a orologeria. La regia gestisce ogni dettaglio con…
una favoletta originale ma che non mi ha conquistato. Le idee ci sono, i personaggi sono simpatici, curati e nuovi ma alla lunga la storia mi ha annoiato. il tutto è ripreso con un aria da cartone che mi ha ricordato il mondo di Amelie, che mi è piaciuto molto, e rende tutto piu dolce e piacevole.
Una specie di commediola, una favoletta che spiega l’ingegnoso, più che esplosivo, piano di Bazil, per attuare una specie di vendetta. Bazil e i suoi amici sono una combriccola a metà tra i barboni e gli squilibrati; i cattivi sono i fabbricanti di armi (mentre l’accusa verso chi usa le armi è assente, o comunque più sfumata). Filmetto che presuppone che i buoni sono furbi mentre i…
VOTO : 7,5. Ancora una volta Jeunet colpisce il bersaglio grosso realizzando un piccolo grande film fatto d’ingranaggi oliati alla perfezione e caratterizzato nel midollo da un tripudio di invenzioni che travolgono lo spettatore dall’inizio alla fine.
Così, senza un atttimo di tregua, un grande, quanto intelligente e di cuore, spettacolo è cucinato e servito in grande stile.
Bazil…
Jeunet non si smentisce e, a quasi dieci anni di distanza dal suo film più famoso il delizioso "Il favoloso mondo di Amelie", scrive e dirige un'altra commedia dal tono fiabesco che non lascerà delusi i suoi ammiratori. La trama è bizzarra e leggermente più articolata rispetto alla sua opera più famosa, non risparmiando una sarcastica ma ficcante critica alle industrie belliche. Il punto…
Che c'è di meglio di beccarsi un'influenza a capodanno? Al momento non mi viene in mente niente. E che fare se dura per 5 giorni? Mah, forse guardare talmente tanti film da farsi diventare gli occhi come quelli di…
Gustosissimo ritorno dietro la macchina da presa del talentuoso Jean-Pierre Jeunet, "L'esplosivo piano di Bazil" è un film che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso. Commedia dai contorni fiabeschi, il film del regista francese cala ancora una volta il proprio spettatore in quel mondo immediatamente riconoscibile, colorato a tinte pastello e popolato da personaggi eccentrici che hanno fatto la…
Torna il geniale Jean-Pierre Jeunet dopo ben cinque anni dal bel melodramma Una lunga domenica di passioni. Questo bel film scoppiettante di ritmo e gag strepitose e' stato distribuito nelle sale nel Natale scorso, periodo generalmente piu' duro e arido per noi cinefili, costretti a sorbirci persino i pacchi di Natale, ed si e' subito distinto come il miglior film di tutto il periodo delle…
L’ultima opera di Jeunet (da noi uscita con più di un anno di ritardo) è una favola autocelebrativa che ripropone con un’ottica tutta particolare, riconoscibilissima e personale e una serie di infinite variazioni, le piccole crudeltà di Delicatessen e le attese struggenti dell’incompreso (per lo meno qui in Italia) Una lunga domenica di passioni, più…
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Commenti (7) vedi tutti
Penoso :-(( voto 1
commento di stokaiserRaccontare il plot è come chiedere a un ubriaco di stare su una gamba sola, una richiesta indiscreta, immorale. Cambia qualcosa del funambolismo e della balistica antinazista di Arcobaleno di gravità, se chiediamo a Pynchon la trama del mondo? Non cambia nulla perché la trama è solo un pre-testo.
leggi la recensione completa di Marcello del CampoInquadrature che quasi scoppiano per quanto sono stipate di rottami, colori ocracei e freak. Il tutto nell'universo post-dickensiano di Jeunet in cui ogni personaggio ha il suo tic e la trama è un congegno perfetto. La regia gestisce ogni dettaglio con padronanza, ma l'estetica alla lunga stucca e il tema etico appare un guscio vuoto.
leggi la recensione completa di casomaiVoto al Film : 5
commento di ripley77All'inizio pensavo di aver preso una cantonata … .ma poi il film è partito alla grande e non riuscivo più a fermarmi dal ridere.
commento di mitrixLo Jeunet che amiamo di più per un film che mescola trovate geniali e personaggi genuinamente spontanei. Il tutto retto da una fotografia e da un montaggio davvero eccezionali.
commento di PugnoDivertente film di Jeunet, esteticamente maniacale e surreale fino al delirio. Lo stile è sempre quello, il risultato sempre ottimo.
commento di Totororesurrection