Regia di Nicholas Stoller vedi scheda film
La commedia americana non è più al passo coi tempi, quantomeno a livello 'mainstream': ormai fra politicamente scorretto - tanto sdoganato da non impensierire più nessuno - e gag a sfondo sessuale, quasi tutte le trame dei film comici made in Usa dai tempi dei primi Farrelly (Scemo e più scemo, Tutti pazzi per Mary) sono tutte preoccupantemente identiche. Colpisce inoltre l'insistenza dell'happy end: sembra proprio che Hollywood non voglia abbandonarlo neppure parzialmente, neppure per scendere a un piccolo compromesso con la realtà, neppure per concedere un briciolo di verosimiglianza alle storie che produce; in questo modo - oltre a risultare prevedibili dall'inizio alla fine - questi film-fotocopia riescono soltanto a irritare lo spettatore con una serie di tronfi finali smodatamente ottimisti e (pertanto) fasulli. Così è per le varie pellicole di Apatow, Mottola, McKay e con i soliti Rogen, Ferrell, Wilson; così vale, ovviamente, anche per il precedente lavoro di Stoller, quel Non mi scaricare da cui proviene il personaggio principale di questo film, la rockstar (che là aveva un ruolo secondario) Aldous Snow, interpretata da Russell Brand. Curiosamente al suo fianco qui ritroviamo Jonah Hill, che in Non mi scaricare però rivestiva un ruolino marginale e tutt'altro personaggio. Inutile soffermarsi sulla trama; in questa sceneggiatura scritta dallo stesso regista c'è tutto ciò che lo spettatore presagisce ci sia fin dal primo fotogramma. Purtroppo. Di buono rimangono i camei di numerose popstar, da Pink a Christina Aguilera fino al curioso e autoironico intervento del batterista dei Metallica (ormai non sono forse anche loro popstar?), Lars Ulrich. Inquietante la durata di un film tanto privo di contenuti: quasi due ore. 2,5/10.
Ad Aaron, timido obeso, impiegato di una casa editrice musicale, viene affidata una missione apparentemente impossibile: trascinare Aldous Snow, cantante in declino psicofisico e di popolarità, verso il Greek Theatre per un'esibizione trionfale. Certo che ce la fa.
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