Regia di Georges Franju vedi scheda film
Omaggio (dichiarato nei titoli di coda) al cinema muto di Louis Feuillade e alla sua saga sul leggendario personaggio di Fantomas, “Judex” è il remake del film omonimo dello stesso Feuillade, nonché un tentativo, sostanzialmente riuscito, di ricreare un genere e un’atmosfera che, 50 anni prima, avevano riscosso un memorabile successo. A differenza di Fantomas, Judex non è un inafferrabile criminale, ma un giustiziere, che sventa un complotto, punisce i malvagi e premia chi lo merita. Niente di straordinario, ma il tutto viene raccontato con molta ironia e messo in scena con momenti veramente felici. Lascia il segno, in particolare, la scena del ballo in maschera durante il quale viene commesso un finto omicidio. I partecipanti indossano teste di gallinacei, aquile, avvoltoi e uccellacci vari. L’effetto coreografico che ne risulta è divertente quanto inquietante. L’intero film è girato in ambienti tetri e oscuri, magnificamente fotografati. Antichi manieri, auto e costumi d’epoca aggiungono una nota di classe all’ambientazione della vicenda. Gli interpreti svolgono i loro ruoli in modo dignitoso, ma senza acuti. Non è un grave difetto in un film che sa tenere desta l’attenzione dall’inizio alla fine, che sa calare il colpo di scena giusto al momento giusto, capace di ribaltare il giudizio che lo spettatore si era creato su questa o quell’altra figura. Nella parte finale, breve ma esteticamente affascinante partecipazione di Sylva Koscina, nelle vesti di un’acrobata di circo che scala la parete di un’altissima dimora. Quanta eleganza e che bel corpo...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta