Regia di Claudio Insegno vedi scheda film
Tratto da una classica commedia degli equivoci (Un marito per due) portato in scena nel 2005 al Teatro Vittoria di Roma, Alta infedeltà racconta di un uomo che tradisce ripetutamente la consorte e dell’ultima amante che decide di andare a vivere proprio di fronte alla villetta dove il fedifrago abita con la moglie che, a sua volta, nasconde non poca polvere sotto il tappeto. Intorno a loro, un coro di personaggi “strambi”, da un pompiere che si accende ogni qualvolta sente solo nominare la parola incendio o un suo derivato al maggiordomo gay, dalla tardona ninfomane al vicino di casa con manie ultraviolente. L’insipida e imbarazzante operetta - film Made in Insegno, realizzato cioè da una delle famiglie di doppiatori più in voga in Italia - tenta di mascherare l’origine teatrale accelerando il ritmo fino al parossismo, accumulando gli intrecci come in un autoscontro, facendo letteralmente correre gli attori da una stanza all’altra, da un corridoio a una scala, da un giardino a una vasca da bagno. Tutto o quasi in un interno, tra battute scontate e situazioni buone per una platea da cral aziendale. Gli Insegno confessano di essersi ispirati alle commedie di Jack Lemmon & Walter Matthau: tre giornate di squalifica per l’espressione blasfema.
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