Regia di Cesare Canevari vedi scheda film
Canevari, pur non avendo mai avuto a disposizione grandi budget e relative possibilità, ha sempre tentato di produrre un cinema originale, curioso, innovativo. Questa sua incursione nel western (non la prima, poichè già nel 1964 aveva diretto Per un dollaro a Tucson si muore) la dice lunga sul suo talento visionario: un cowboy armato solo di boomerang è al centro della storia; musiche spettrali elettroniche (a cura di Mario Migliardi) fanno da sottofondo; i personaggi fanno ricorso di continuo a una violenza esagerata, spesso non necessaria, che riporta agli eccessi del Django di Corbucci (1966); la macchina da presa si muove parecchio, con movimenti sbilenchi, prospettive quasi lisergiche che datano perfettamente la pellicola; e soprattutto colpisce la scelta di ridurre al minimo indispensabile i dialoghi. Lou Castel è la star, colombiano trapiantato in Italia, già protagonista di un paio di apprezzati spaghetti western come Quien sabe? (Damiani) e Requiescant (Lizzani); non viene doppiato per esigenze di personaggio (un australiano) e forse la scelta non è proprio azzeccata. Accanto a lui ci sono Corrado Pani, Antonio Salines, l'argentino Luis Davila e pochissimi altri attori, in un cast davvero ridotto. Sceneggiatura di Nico Ducci, Mino Roli e di Eduardo Manzanos, un team probabilmente assortito dalla coproduzione italiana e spagnola. 5/10.
Far west. Tre banditi, reduci da un fruttuoso assalto alla diligenza, si rifugiano in un paesino fantasma dove vive solo un'anziana, facilmente soggiogata. La stessa fine fa un cowboy di passaggio, un australiano che usa il boomerang al posto della pistola. Ma un complice della rapina, creduto morto, sta per tornare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta