Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Per vendicare la morte della moglie, Ercole giunge in Ecalia. Qui però trova un re assassinato, una bellissima principessa arresa ai suoi piedi e un cospiratore, Lico, da annientare. Ma solo dopo una serie di prove, fra le quali il combattimento contro un dragone a tre teste.
La ricetta è la solita, quella del peplum: argomento storico/mitologico, scenografie e costumi cartonati, interpreti presi dalle seconde linee con prevalenza di maschioni muscolosi e ragazze bellocce e prosperose, azione, sentimenti forti, una trama a base di vendetta e giustizia con sottotrama amorosa destinata a chiudersi positivamente nell'happy ending. L'esperto (classe 1894) Carlo Ludovico Bragaglia, prossimo ormai alla pensione, non impiega sforzi particolari per mettere in piedi una pellicola espressamente alimentare come questa, sebbene con un filo di budget in più della media - e relative ambizioni. In particolare di Gli amori di Ercole colpiscono nel bene e/o nel male gli effetti speciali, non proprio necessari peraltro, ma sperimentati con una buona dose di coraggio: un dragone a tre teste, un albero dalle sembianze antropomorfe, tutto molto casereccio negli esiti, seppure visibilmente elaborato - pare che, non accreditato nei titoli, sul set ci fosse anche il giovane Carlo Rambaldi. La coppia centrale del cast è quella formata da Mickey Hargitay e Jayne Mansfield, sposati nella vita reale, mentre nei restanti ruoli principali compaiono tra gli altri Massimo Serato, Rossella Como, Giulio Donnini, Moira Orfei, Arturo Bragaglia, Andrea Scotti e Cesare Fantoni. Sceneggiatura: Sandro Continenza e Luciano Doria, da un soggetto di Alberto Manca. 3/10.
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