Regia di Debra Granik vedi scheda film
L’altra faccia dell’America, quella talmente sporca e povera che pare di essere altrove e dove i legami di sangue (e con essi anche le inimicizie di una vita intera) creano vincoli indissolubili.
E’ questa la fotografia che propone la regista Debra Granik, che riesce a rendere ancora più nitida e marcata offrendo una protagonista femminile esemplare (impossibile non stare virtualmente al suo fianco), disposta a tutto per preservare dalla catastrofe la sua già barcollante famiglia.
Ree Dolly (Jennifer Lawrence), pur ancora minorenne, deve tirare avanti da sola la sua famiglia, accudendo la madre malata, il suo fratellino e la sua sorellina.
Già le cose vanno male, ma all’orizzonte si profila il colpo di grazia; infatti suo padre è in libertà su cauzione e se non si presenterà dal giudice entro pochi giorni Ree perderà la sua casa e la sua famiglia.
Dovrà trovarlo e per farlo si scontrerà con la reticenza della famiglia e l’avversione di coloro ai quali l’uomo ha creato tanti problemi.
Storia forte ancorata in un angolo di mondo dalle connotazioni arcaiche nel quale ogni passo fatto al di fuori del proprio seminato può creare conseguenze nefaste.
I due elementi migliori sono sicuramente il personaggio di Ree (molto brava Jennifer Lawrence), pronta a tutto per superare un problema che è più grande di lei, e la fotografia di una landa fredda ed avversa come gli individui (anche i volti sono davvvero azzeccati) che la popolano (ma poi c’è anche spazio per piccole gentilezze).
Così si vede che Debra Granik viene dal mondo della fotografia, ma anche la gestione del racconto le riesce molto bene.
Questo è asciutto (la violenza rimane fuori campo), condito da un linguaggio (giustamente) scurrile proprio dei bassifondi e da scene chiave a loro modo cesellate con cura e rappresentative di una variata gamma di sensazioni quali la paura (il viaggio notturno sul laghetto), la violenza (il risultato del pestaggio subito da Ree), l’importanza della famiglia (scandita dal dialogo col militare quando Ree pensa ad arruolarsi per guadagnare 40000, salvifici per lei, dollari), la tensione scaturita dagli eventi (quando Teardrop viene fermato dalla polizia e non pare essere per nulla conciliante).
E su tutto questo si respira sempre un’atmosfera d’instabilità e di pericolo, ma anche forza di volontà e improvvisa solidarietà (efficace, diretto e semplice il finale) che rendono questo piccolo film una rivelazione, giustamente premiato e considerato ovunque è stato presentato.
Molto interessante.
Molto interessante sia per come confeziona il film (fotografia e ambienti) sia per come ci racconta la storia e dirige (ha scelto) gli attori.
Gran bel ruolo e gran bella prova per lei.
Ci mette carattere (tempra durissima), presenza fisica (coraggiosa e dolorosa), in più traspare nitidamente come "senta" il ruolo, rendendolo così ancora più forte e profondo.
Personaggio tosto che riesce a rendere ancor più coriaceo, un pò grazie al suo viso perfetto per la situazione, un pò per come si pone in scena.
L'amica del cuore di Ree, è piuttosto convincente nelle sporadiche volte in cui compare.
Sufficiente.
Il fratellino di Ree, volto piuttosto interessante per la sua età.
Anche lei, pur senza far molto, mostra una certa tempra tipica dei luoghi lontani dal mondo (dove comunque un cuore c'è).
La sorellina di Ree, ruolo facile facile nel quale (ovviamente) è spontanea.
Viso che ben si incunea nella desolata (e spietata) landa dove il suo personaggio agisce.
E' lo sceriffo del paese, non un gran ruolo in senso stretto, però in una delle scene chiave (quando ferma la vettura con Teardrop a bordo) tiene perfettamente il campo.
Piccola parte, solo una scena per lei, nella quale risulta comunque appropriata e gradevole.
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