Regia di Debra Granik vedi scheda film
Fredda ed impietosa provincia americana. Quella raccontata da tante edizioni del Sundance, quella in grado di mostrare il lato peggiore di una nazione presumibilmente illuminata, quella alla base del romanzo di Daniel Woodrell e protagonista aggiunta di questo bel film diretto da Debra Granik. La vicenda di "Winter's Bone" è ambientata fra i desolati monti del Missouri, all'interno di una sparuta comunità ricettacolo d'ignoranza, pregiudizi e violenza. Un nucleo sociale aspro e scostante in cui vige ancora la legge del più forte ed in cui orgoglio, omertà e vendetta sembrano gli unici elementi catalizzatori di un'esistenza alienata e quasi anacronistica. È in questo scenario che seguiamo le gesta della giovane Ree, minorenne indurita da una vita di stenti, costretta ad allevare i due fratellini più piccoli al posto di una madre malata e di un padre in galera per spaccio. La situazione precipita quando quest'ultimo esce su cauzione dando in garanzia la casa di famiglia e poi sparendo dalla circolazione senza più rendere conto di niente a nessuno. È alla giovane ragazza, quindi, che spetterà trovare un modo per evitare il pignoramento dell'unico bene materiale rimastole andandosi inevitabilmente a scontrare con un perfido sottobosco criminale che affonda le radici nientemeno che nel proprio sangue. Un film di atmosfere forti che rimane impresso per un'efficacissima ricostruzione, sia estetica che emotiva, di una società essenzialmente arretrata in cui la donna riveste quasi simultaneamente il ruolo di vittima e carnefice. Sul finale qualche espdiente narrativo non funziona come dovrebbe, l'aiuto che Ree riceve inaspettatamente in extremis non convince e risulta vagamente forzato ma il finale aperto aiuta a recuperare in credibilità ed il film, complessivamente, si fa ricordare per un atteggiamento tutt'altro che accomodante. Un plauso va infine alla rivelazione Jennifer Lawrence, coraggiosa e carismatica alle prese con un personaggio complesso che ben si abbina all'altra caratterizzazione chiave del film, quella di Teardrop ad opera del bravo John Hawkes. Un poco di buono schifosamente consapevole di esserlo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta