Regia di Debra Granik vedi scheda film
Chissà se negli scopi dei distributori italiani c'era quello di mimetizzare un film che si è aggiudicato il massimo alloro al Sundance festival sono la genericità di un titolo ben lontano dall'originale (Winter's bone). Fatto sta che Un gelido inverno richiama una sfilza infinita di titoli "stagionali" di cui noi italiani siamo specialisti (Il primo giorno d'inverno, Un inverno freddo freddo, solo per citarne un paio a caso). A tanta inconsistenza epigrafica fa da sponda un'inconsistenza ancora maggiore sul piano narrativo, alla faccia anche del premio ricevuto in occasione del Festival di Torino. La diciassettenne Ree (Lawrence) vive con la madre squinternata e i due fratellini in una stamberga in mezzo ai boschi del Missouri. Quando lo sceriffo le notifica che sulla casa - l'unica cosa che rimane a Ree e alla sua famiglia - grava un'ipoteca per la scarcerazione su cauzione del padre spacciatore, la ragazza si vedrà costretta a mettersi sulle tracce di quest'ultimo, misteriosamente scomparso. Si troverà a scontrarsi con una ridda di malavitosi ma alla fine la sua caparbietà avrà la meglio.
Dalla recitazione monocorde della protagonista all'inerzia del racconto (ispirato al romanzo di Daniel Woodrell) che procede per lentissimo accumulo senza aggiungere né suspense né indizi, il film si avvita su un progredire narcotizzante, con uno speciale gusto del grand guignol che culmina in un'abominevole, inutile scena in cui vengono scuoiati alcuni scoiattoli. Alla faccia della sensibilità femminile della regista!
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