Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Uno dei primi lavori cinematografici di Rohmer è questo cortometraggio, interamente girato in un interno domestico (e quasi tutto in una stanza) e con due protagonisti, più la breve comparsata di un terzo (la madre) all'inizio. Nulla a che vedere con le drastiche scelte stilistiche che l'autore francese farà in futuro: in questa ventina scarsa di minuti di cinema 'classico' (luci, inquadrature, colonna sonora: Rohmer metterà mano pesantemente a tutte queste componenti, nella sua prossima produzione) pare piuttosto vedere un giovane Truffaut, interessato alla vita dei grandi vista dagli occhi - tutt'altro che divertiti, ma sempre curiosi - dei bambini. Il piccolo Jean-Cristophe si annoia, ascolta pensando ad altro, non ne vuole sapere di imparare, divaga e focalizza la sua attenzione sul pallone, che finalmente potrà riabbracciare una volta liberatosi della noiosa insegnante; è o non è lo stesso sguardo vivace dei discoletti raccontati in Les mistons (1957) proprio da Truffaut? Curioso inoltre come il lieve accenno erotico di Les mistons possa ben accostarsi al soffermarsi di Rohmer sul piede scalzo della ragazza in questo Veronique. Difficile valutare con un voto secco un'opera così breve e così poco significativa nel complesso di una filmografia vasta come quella di Rohmer; piuttosto che liquidare il tutto con un S.V., tanto vale accordare la sufficienza. 6/10.
Il piccolo Jean-Cristophe è uno studentello svogliato. La mamma gli affianca un'insegnante privata, che il pomeriggio lo sprona a ripassare moltiplicazioni, divisioni e tema libero. Ma appena l'insegnante se ne va, il bambino torna a giocare.
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