Regia di Oliver Stone vedi scheda film
La crisi finanziaria esplosa nel 2008 a causa dei prestiti ad alto rischio, quella che ha messo in ginocchio in particolar modo l'economia occidentale, ha dato anche l'occasione di arricchirsi ai vampiri più assetati della galassia speculativa.
Oliver Stone non resiste e torna su uno dei suoi film più riusciti e, in assoluto, più avvincenti lungometraggi degli ultimi trentacinque anni. Il cineasta newyorkese realizza così un sequel (non l'aveva mai fatto prima) riuscito solo a metà. Wall Street - Il Denaro non dorme mai, ben girato e recitato, dal ritmo sempre serrato e in cui per fortuna sono assenti stucchevoli flashback, non ce la fa neppure a eguagliare il vigore del fratello maggiore del 1987 (Wall Street). Un contrattempo che si verifica spesso nel cinema, soprattutto quando trascorrono parecchi anni tra un'opera e il suo proseguimento: può essersi raffreddato l'entusiasmo del regista, affievolita la fantasia dello sceneggiatore; così come gli attori, inevitabilmente invecchiati, a volte non riescono a calarsi con la stessa empatia nei personaggi che avevano fatto funzionare alla prima botta. Qui succede in parte a uno stagionato Michael Douglas. Sempre accattivante nel portare sul grande schermo l'imprevedibile squalo della Borsa, Gordon Gekko. Ma troppo stretto negli abiti di questo comprimario con circa quindici anni di carcere alle spalle e col cuore intenerito dal desiderio di riconquistare la fiducia dell'unica figlia. Guarda caso il momento più drammatico e appassionante di questa vicenda ambientata nel 2008, è proprio quello in cui Gekko riesplode della propria cattiveria, anche se poi si redime in un finale davvero caramelloso per un film in cui molti dei personaggi dovrebbero essere iene in completo di fresco-lana.
Ancora una volta bravo Shia LaBeouf, protagonista nel ruolo del nuovo broker rampante della Grande Mela. Il suo Jake Moore, sveglio, colto, che parla anche il cinese, risulta meno ingenuo dell'incauto Bud Fox del primo Wall Street. Questo giovane intraprendete e onesto - fin troppo onesto per una vicenda cui avrebbe giovato una maggior dose di cinismo - trasmette il giusto mordente, quello che caratterizza spesso la recitazione dell'attore ammirato in pellicole come Eagle Eye e La regola del silenzio - The Company You Keep.
Poco più che superflua la fulminea apparizione di un plastificato Charlie Sheen (il succitato Buddy). Inevitabile, forse, inserire la ricomparsa dello scalatore sociale degli anni Ottanta. Ma una volta scomodatolo gli si poteva attribuire una funzione più sostanziale se non necessariamente determinante. Viceversa l'intervento dell'interprete che Stone lanciò nel memorabile Platoon, si riduce a qualche forzata battuta con l'ex 'odiato amico' Gekko. Un passaggio della narrazione filmata che finisce per imbarazzare lo spettatore più che elettrizzarlo.
Nei ruoli accessori sono felici le prove di Carey Mulligan e Josh Brolin, anche se quest'ultimo è un po' meno incisivo del solito per colpa, in una certa misura, di una sceneggiatura a tratti deboluccia. Sprecati Susan Sarandon e Frank Langella. Valido invece l'ormai scomparso Eli Wallach, allora novantaquattrenne, che in questa occasione personifica un vecchio e potente marpione del pianeta Banca.
Film guardabile ma senza aspettarsi troppo. Voto 6,4.
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