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Wall Street. Il denaro non dorme mai

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Wall Street. Il denaro non dorme mai

di hupp2000
8 stelle

Nell’accostarmi a questo film, ritenevo di avere due non trascurabili svantaggi: non aver visto il precedente “Wall Street” dello stesso Oliver Stone ed essere tutt’altro che un esperto e, meno che mai, un appassionato di economia e finanza. La sorpresa è stata molto gradevole. Per soggetti del mio tipo, un film di questo genere è più istruttivo della lettura del “Financial Times” o del “Sole 24 ore”. La crisi economica che sta attraversando l’Occidente è, a mio parere, difficilissima da comprendere, se si è a corto di particolari strumenti culturali e tecnici. Il caro Oliver offre una chiave di lettura, non so quanto realistica, ma certamente suggestiva e ben confezionata. Il viaggio nel mondo dell’alta finanza newyorkese e nelle vite dei vari personaggi (una banda di pazzi ossessionati dal denaro) vale certamente il cosiddetto prezzo del biglietto. Oliver Stone, come sempre, ha grande padronanza dell’uso della macchina da presa. Le riprese sui palazzi della Grande Mela e la descrizione in interno dell’ambiente dell’alta finanza sono ineccepibili. La tensione narrativa, scena dopo scena, sale in continuazione. Ci si chiede a più riprese: “E adesso?”. Proprio quello che ci si aspetta dal Grande Cinema. Gli attori compiono degnamente la loro non facile missione. Dico “non facile” perché riuscire a coinvolgere lo spettatore attraverso dialoghi infarciti di fusioni bancarie, quotazioni in borsa, acquisti, vendite e speculazioni azionarie non è un’impresa scontata. Michael Douglas qua e là gigioneggia, ma lo fa bene e consapevolmente. La sua somiglianza con “papà” lo aiuta molto. Spiccano poi le partecipazioni – mi viene da dire troppo brevi – di Susan Sarandon e di Eli Wallach. Quest’ultimo, ormai vero e proprio “Monsieur Cinéma”, non ha più bisogno di recitare. E’. Il lieto fine nella vicenda personale dei protagonisti, ma non sulla situazione economica mondiale, appare quasi obbligatorio. Il film è americano, Oliver Stone sa colpire, ma è anche lui americano. Una segnalazione veramente particolare va alla splendida colonna sonora. David Byrne è al meglio della sua creatività.

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