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Il massacro di Fort Apache

Regia di John Ford vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il massacro di Fort Apache

di Dany9007
7 stelle

Nel 1948 era un'importante novità mettere in discussione il ruolo dei bianchi "buoni" rispetto agli indiani "selvaggi e cattivi".
Ford qui ci propone un'interessante critica sia alla lealtà della cavalleria che all'ottuso approccio delle gerarchie militari. Questi mali della cavalleria si racchiudono nella personalità del colonnello Thursday (Turner nella versione italiana), un ufficiale "silurato" e spedito nel recondito Fort Apache insieme alla giovane figlia. Thursday non ha a cuore i suoi uomini, utilizza metodi da accademia, mostra disprezzo per i sottufficiali e ancor più per gli indiani, che reputa solo selvaggi privi di strategia.
Questo suo atteggiamento si scontra naturalmente con la mentalità degli uomini del forte, che riconoscono nel Capitano York un uomo molto più pragmatico, leale e consapevole del luogo in cui si trova.
Tuttavia la veemenza del colonnello farà sfociare le tensioni con gli Apache, in un combattimento sanguinoso quanto inutlie.
Tuttavia per Ford, rimane sempre l'ideale della cavalleria; e se uno dei suoi membri ha commesso un errore è giusto che la "corporazione" non venga macchiata da questo (come si apprende da Wayne mentre un giornalista gli descrive un dipinto a Washington in cui Thursday guida una carica di eroici soldati).
Ideologie sulla cavalleria a parte, il film appare davvero moderno nel trattamento degli indiani: si osserva come l'esercito non abbia spesso rispettato gli accordi presi, viene denuniato il ruolo di agenti che si approfittano del loro ruolo per arricchirsi alle spalle delle tribù indigene.
I soli bianchi visti in una chiave positiva sono proprio i più indisciplinati verso gli alti ufficiali: il capitano York, tutti i sottufficiali e soldati ubriaconi ed il giovane tenente O'Rourke.
Tutto questo non può che essere un pregio per il film, oltretutto splendidamente girato nella consueta Monument Valley, con spettacolari scene di battaglia. Al contempo le parentesi comiche e ancor più la love story forzata tra la figlia di Thurdsay ed il giovane O'Rourke, abbatte sensibilmente il ritmo e la tensione che avrebbero portato il film ad essere un vero gioiello.

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