Regia di John Ford vedi scheda film
Prendi un capo militare che vuole rivalersi di qualche frustrazione personale, prendi un furfante opportunista e intrallazzatore, ed ecco che si ha una guerra dove tutto era pronto per la pace. John Ford era un vero pacifista, per quanto poco esso venga rilevato da chi scrive su di lui. Forse è una caratteristica che viene taciuta o non rilevata perché il pacifismo del regista era umano e sincero, niente affatto ideologico, rabbioso, di quel tipo che fomenta odio a sua volta (vedi molti pacifisti moderni). Il grande regista era sinceramente dispiaciuto quando gli esseri umani si ammazzano l'un l'altro spesso senza un vero motivo e magari per la funesta azione dei seminatori di discordia. Da questo punto di vista il film ricorda “L'amante indiana” di Delmer Daves. La fotografia è bellissima e gli attori sono grandissimi, specie John Wayne, il quale conferisce più sfumature al suo personaggio di quante non faccia Henry Fonda. Tuttavia ciò non avviene per un limite dell'attore, ma perché è di proposito che viene tratteggiato un uomo monolitico, che quasi tenta di sopprimere in sé i suoi lati umani in nome di malintesi concetti di disciplina militare e coraggio, soprattutto in nome di una rivalsa personale. Come in quasi tutti i film, il vecchio guercio inserì anche qui tratti di commedia e sentimentali, che si inseriscono senza stonare nel contesto e nell'azione. Ma è tutto il film a essere perfettamente amalgamato, solido, senza smagliature, eppure anche senza fretta. Rilevo anche che Film TV ha ragione quando dice che la pellicola non ha retorica (che è sempre antipatica), ma solo epica. Shirley Temple è semplicemente deliziosa e le scene sentimentali sono ottime, per quanto ne dica Piera Detassis (che parla di scene sdolcinate). Sono semplicemente dolci, che è ben altro, e il film è un capolavoro.
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