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Happy Family

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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La recensione su Happy Family

di Furetto60
7 stelle

Divertente e arguta commedia,diretta da Salvatores e scritta da Genovese. Cast strepitoso e perfettamente in parte

Al centro della storia, due famiglie di estrazione sociale molto diversa, costrette ad incontrarsi, a causa della decisione azzardata, dei due figli sedicenni di sposarsi. Da una parte una famiglia modesta: Diego Abatantuono, papà hippie che fuma spinelli, lavora come skipper, ma ha fatto di tutto nella vita e ha girato il mondo, estroverso e simpaticamente immaturo, la consorte, Carla Signoris, un po’ nevrotica, e poi la volubile e capricciosa figlia Marta. Dall’altra una famiglia allargata altolocata: Vincenzo alias Fabrizio Bentivoglio, avvocato, malato di cancro ma non lo sa ancora nessuno, sposato in seconde nozze con Anna alias Margherita Buy, che cogliamo in piena, ma silente crisi sentimentale, entrambi con figli avuti dai matrimoni precedenti, Caterina e Filippo, con loro convive anche la nonna, un pò svampita con la fissa della cucina, che si dimentica puntualmente a che punto delle portate si trova.Una prima parte del film è dedicata a una sorta di originali "interviste" ai singoli interpreti, che ci raccontano i propri pensieri e la propria vita.  Un banale incidente di bicicletta catapulta poi il regista stesso entra nella sua stessa storia. Cosi Ezio alias Fabio De Luigi giovane di 38 anni, ricco di famiglia, regista in crisi e con la paura dei finali, si incontra/scontra con i suoi personaggi sotto gli occhi degli spettatore, scrive la sceneggiatura della vicenda, tracciando di volta in  volta i  caratteri, dei protagonisti, e rendendo se stesso uno di loro. L’idea nasce dall’omonima commedia scritta da Alessandro Genovesi, finalista al premio Franco Solinas 2008. Il cinema si mescola al teatro: oltre all’aprirsi e al chiudersi simbolico del sipario, nella prima e nell’ultima scena, addirittura i personaggi creati da Ezio si ammutinano al suo creatore, quando questi ritiene concluso il lavoro e lo inducono a proseguire. Il tema dell’interazione  tra gli autori e gli interpreti, a parte il Pirandello di “sei personaggi in cerca d’autore” è stato spesso utilizzato in letteratura, vedi  Calderon de la Barca, Shakespeare e  anche al cinema. Lo stesso Wooddy Allen spesso dialoga  con i suoi personaggi o può capitare che gli interpreti si rivolgano agli spettatori, in un gioco di specchi continuo e sempre spiazzante. Se poi i personaggi hanno i volti di  Diego Abatantuono e Fabrizio bentivoglio, l’alchimia è perfetta. I due attori si ritrovano insieme sul set, diretti ancora da Salvatores, dopo “Marrakesh Express”“ Mi sa che ci siamo già visti in Marocco io e te”, dice Abatantuono a Bentivoglio. I dialoghi tra loro, che hanno un forte feeling artistico, sono assolutamente esilaranti. Brava come sempre la Buy, delicata ed insicura moglie di Bentivoglio e bene Carla Signoris, nei panni della consorte di Abatantuono., quasi sempre alticcia e su di giri. Per un racconto agrodolce come questo, non può mancare il volto tenerone e goffo di Fabio De Luigi, per lui anche un siparietto sentimentale che fa da cornice alla storia. Spassoso il cameo di Milo. Suggestivo l’omaggio finale a “I soliti sospetti” e le immagini in bianco e nero sulla Milano notturna. Film originale, ricco di citazioni e dettagli e soprattutto divertente

 

 

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