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Happy Family

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Happy Family

di laulilla
7 stelle

Ambizioso film di Gabriele Salvatores, riproposto, dopo molti anni dall'uscita in sala (2010) da RaiPlay

 

 

Un tendone che si apre e si chiude all’inizio e alla fine del film, davanti a un palcoscenico, ci ricorda che il cinema è soprattutto finzione.
In questo caso la finzione è concepita dalla mente creativa di Ezio (Fabio De Luigi), scrittore e sceneggiatore di una pièce, che nasce e si sviluppa dalla suo confrontarsi con una folla di personaggi, che sono in attesa di recitare la loro parte, ma anche di vedere quale sorte, di vita o di morte, di felicità o di sciagura, Ezio voglia riservare a ciascuno di loro.


I personaggi in cerca di autore, che sono più dei sei pirandelliani, danno vita, dunque, a uno spettacolo in cui, nella diversità dei ruoli assegnati dal narratore, si muovono, incrociando casualmente i loro destini, due famiglie di diversa estrazione sociale. Ad avvicinarle era stato l’amore nato sui banchi del liceo fra i due giovani rampolli dell’una e dell’altra famiglia: Filippo (Gianmaria Biancuzzi) e Marta (Alice Croci).
Come nelle famiglie vere, anche in quelle nate dalla mente di Ezio si delineano i problemi di sempre: dei rapporti coniugali sull’orlo della crisi; delle donne insoddisfatte; di anziane nonne un po’ rintronate; di malattie che inaspettatamente e sinistramente compaiono, costringendo a rivedere stili di vita e comportamenti e a porre il problema della ricerca di una vita piena, in cui possano esistere anche gioia e trasgressione, non solo lavoro e denaro.

 

Lo stesso Ezio è travolto dalla vicenda, come se talora gli sfuggisse il controllo delle sue creature, che lo incalzano per dare alle storie che li riguardano  un andamento a loro più congeniale.

Lo spettacolo, perciò, si interrompe più volte, prima di giungere alla conclusione che fin dall’inizio si era prospettata.
Lo scrittore sarebbe tornato alla vita vera, ricordandoci, con Groucho Marx, che – diversamente da quella rappresentata – non ha una trama ed è perciò unicamente affidata al caso.
A noi spetta il compito di renderla un po’più gioiosa, se possibile.


Bellissimo sfondo del film è Milano, coloratissima di giorno, talvolta tutta verde; talvolta trasgressiva e divertente - Chinatown - e prevalentemente in bianco e nero di notte, attraversata dai fari luminosi delle auto e dalle luci che sottolineano, quasi fantasticamente, la sua vitalità.

Il film  testimonia la volontà di una ricerca espressiva originale, perseguita e realizzata con cura e raffinatezza, lontana dalla sciatta comicità strapaesana di molta coeva produzione italiana.

Bravi gli attori (i genitori di Anna (Bentivoglio Buy) ; i genitori di Filippo (Signoris – Abbatantuono) che conferiscono momenti di verità, talvolta drammatica, talvolta comica, talvolta inquieta allo sviluppo del film, meritevole di una visione attenta.

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