Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
La vita è una cosa meravigliosa, ma il cinema è davvero un’altra cosa. Dopo i cinecocomeri annacquati delle precedenti stagioni, i fratelli Vanzina tornano a raccontare gli italiani e l’Italietta prendendo spunto dai quotidiani, però fermandosi al sommario. Puntano alto, ma volano basso, sperando basti tirare in ballo finanzieri corrotti, mutui variabili, intercettazioni ed escort per raccontare l’attualità. E chissà cosa avrebbe fatto Risi, in nome del popolo italiano, alle prese con l’apocalisse che ci circonda, fra raccomandati, figli di papà e inciuci di ogni tipo. Si resta sorpresi, è vero, ma per la pochezza di certe situazioni e la banalità dell’insieme, con Proietti e Brignano costretti a tirare fuori le smorfie del repertorio mentre gli altri deambulano nell’inquadratura. I figli di Steno vogliono farci sapere di aver visto i film trendy degli ultimi anni, con la citazione, telefonata, di Le vite degli altri e la scelta di mettere da parte la vecchia commedia a episodi, raccontando storie slegate che poi confluiscono. Ma si cita solo la brutta televisione e si fanno discorsi da bar sport, arrancando verso un finale che sembra non arrivare mai. Morale: gli italiani non sono falsi, ladri e puttanieri, è che li disegnano così. E adesso a tavola che cominciano I Cesaroni.
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