Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
L'era delle intercettazioni secondo i fratellacci Vanzina. Una vera porcheria indigeribile, questo La vita è una cosa meravigliosa, che nulla ha a che fare con il quasi omonimo titolo di Capra e che ha piuttosto attinenza con le capre a quattro zampe, alla cui espressività si accosta prontamente la recitazione di gran parte di questo cast. Se si escludono Proietti e Crocitti, il resto degli interpreti è suddivisibile fra il paratelevisivo-teatrale (Salemme, Mattioli, Brilli, Laganà) ed il puro anonimato, destinato - la speranza è almeno questa, se si vogliono contenere i danni per il nostro cinema - a rimanere tale. La sceneggiatura, a doppia firma Vanzina, ha delle responsabilità gravissime - come per tanti altri film degli immeritati figli di Steno - per quanto riguarda lo stato di disinformazione e di degrado culturale della Nazione; la storia si rifà vagamente alla cronaca del periodo, raccogliendo più dal gossip e dalla tivù che dalla reale questione politico-sociale che il tema (le intercettazioni, appunto, attorno alle quali il governo Berlusconi ha a lungo arrancato) presuppone. Ignoranza in fase di scrittura, mediocrità in fase di recitazione, piattezza registica, un flusso di innocue banalità che si vuole pure arrogare il pregio di sapere ritrarre un paese allo sbando, quando in realtà il prodotto stesso è uno dei principali canali attraverso i quali la disfatta culturale si sta compiendo. La vita era una cosa meravigliosa, poi sono arrivati i Vanzina. 1,5 (per Proietti)/10.
Intorno ad un poliziotto che ascolta intercettazioni telefoniche ed ambientali, vediamo svolgersi le vite dei più disparati personaggi: l'operatore bancario intrallazzone, il chirurgo affermato e corrotto dalla malasanità, la bella massaggiatrice di cui il poliziotto si innamora ascoltandola...
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