Regia di Antonio Campos vedi scheda film
La morte in diretta, per la Generazione YouTube, è solo una clip da rimontare e mettere in upload sul computer. Robert, alienato dalla vita sociale del liceo, si diletta con la telecamera per arricchire il curriculum. Quando nella sua inquadratura entrano le due sorelle più popolari della scuola, continua a riprendere, anche se le ragazze si accasciano a terra per una dose di cocaina tagliata male. Antonio Campos, classe 1983, piazza la macchina da presa immobile davanti agli adolescenti, lasciandoli muovere in piano sequenza e giocando con i confini della porzione di campo inquadrata, dai quali emergono spesso solo frammenti, arti, angoli del volto. In apparenza siamo dalle parti di Gus Van Sant, ma ciò che preme al regista non è un discorso su una generazione ossessionata dalla possibilità di ve(n)dersi online; gli interessa, piuttosto, indagare l’etica dell’immagine, i limiti del concetto di filmabile e vedibile. La sua estenuante (ed esibita) consapevolezza del mezzo si oppone alla pornografia del dolore in modo programmatico, ingessando il film nella pretenziosa rigidità formale dei suoi nobili intenti: un esercizio svolto con mano sicura, che rasenta la sterilità di un compito in classe.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta